Cala il sospetto sulle indagini condotte dai Carabinieri del comando provinciale di Ferrara nella caccia a Norbert Feher, alias Igor il russo. Secondo quanto emerge dalle denunce de figli di una delle vittime del killer di Budrio, i militari non avrebbero condiviso le informazioni con le altre forze dell'ordine durante le riunioni del Comitato per l'ordine e la sicurezza.
Che la caccia a Igor non fosse andata bene non è certo una sorpresa. Il killer è ancora in libertà, nascosto chissà dove e sotto chissà quale identità. Tra Budrio e Molinella, lì dove Norbert si è nascosto per giorni nella pianura emiliana, ora rimangono solo i sospetti. E lo scontro tra forze dell'ordine.
Secondo quanto scrive Repubblica, in un atto depositato al Gip di Ferrara dai parenti del guardiacaccia Valero Verri (ucciso dal killer già in fuga per l'omicidio di Davide Fabbri) è scritta nero su bianco l'accusa alle forze dell'ordine. I figli del guardiacaccia sono sicuri che loro padre, se le forze dell'ordine avessero condiviso tra loro le informazioni, non sarebbe dovuto essere lì. Non avrebbe dovuto incontrare il killer.
"Tra i due delitti - scrive Repubblica - vi fu scarsa comunicazione tra le forze di polizia. Al punto che la stessa Questura, persino in una comunicazione dell'8 giugno (due mesi dopo i fatti) afferma di aver appreso le notizie del tempo dalla stampa e non dagli organi preposti, ossia durante le riunioni di comitato tecnico".
Quello di cui sono convinti i parenti della vittima e il loro avvocato, Fabio Anselm, è che i carabinieri avrebbero dovuto comunicare alla polizia il rischio che Igor fosse nascosto nelle campagne emiliane e muovere così la macchina che avrebbe bloccato le attività dei volontari dell'anti-bracconaggio. Sarebbe bastato questo, probabilmente, a salvare la vita a Valerio Verri. I militari sapevano che Norbert Feher era l'indiziato numero uno? Perché non informarono la polizia? Sapevano che Feher poteva nascondersi tra Argenta, Porto Maggiore e Molinella? Perché, dopo aver freddato il barista di Budrio, Davide Fabbri, Igor ha avuto modo di uccidere ancora?
In fondo era da giorni che sui giornali si parlava di lui. Del bandito della bassa capace di mettere a segno diversi colpi. Rapinò lui il 30 marzo scorso ad Argenta una guarda giurata. Lui il primo aprile uccise Davide Fabbri. I carabinieri potevano non aver già focalizzato su Igor l'attenzione, allertando le altre forze dell'ordine? Secondo il legale della famiglia di Verri - scrive Repubblica - "fin da subito si sarebbe capito che il killer altro non era che Igor. Tanto che la magistratura chiese le intercettazioni per un telefono che si pensava fosse usato dal 'russo'". Tabulati che peraltro, secondo quanto emerge dal fascicolo depositato dal legale, avrebbero localizzato Feher nel ferrarese. Inoltre, non sarebbe vero, come sostenuto dal comandante provinciale dell'Arma, Andrea Desideri, che l'identità di Igor sarebbe emersa chiaramente solo dopo la morte di Verri, ovvero quando Marco Ravaglia, la guardia provinciale che era con la seconda vittima del "russo", ha raccontato come accadde nell'agguato.
O, forse, sarebbe bastato poco per capire che il killer, armato, ferito e pericoloso era ancora in quella zona. Il 3 aprile, infatti, ad Argenta furono trovati i resti di un bivacco. I resti furono inviati al Ris solo 15 giorni dopo, quindi in seguito al secondo omicidio.
Sarebbe bastato muoversi più rapidamente per collegare i puntini, capire con le prove che il killer era proprio Igor e impedire che il guardiacaccia uscisse in servizio quella sera? E ancora, si chiede la famiglia di Verri, se tutti (giornali compresi) erano a conoscenza del fatto che era proprio Igor il sospettato numero uno, perché durante la riunione del Comitato per la sicurezza i carabinieri non informarono la polizia della sua presenza in zona?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.