Con un'azione sprezzante e spregiudicata, un gruppo che si fa chiamare Creare è distruggere ha imbrattato una statua di Guglielmo Marconi al Pincio di Roma. Inizialmente sembrava che il busto facesse parte della straordinaria collezione di 229 ritratti che si possono ammirare passeggiando lungo i viali del giardino panoramico di Roma, uno dei parchi più famosi della città. La pagina Facebook è nata nel pomeriggio di domenica 12 settembre, con tempi che sembrano pressoché concomitanti con quelli dell'atto vandalico.
L'azione era stata compiuta in pieno pomeriggio da un ragazzo che, come si vede in un video pubblicato sulla stessa pagina, armato di bombolette spray ha imbrattato la statua. Non sarebbe stata la prima volta che le sculture del Pincio vengono prese di mira dai vandali. Questa sarebbe stata l'azione più eclatante, perché svolta in favore di telecamera. I motivi? Nel gruppo si millanta una presunta rivendicazione antifascista contro lo sviluppatore del sistema di telegrafia senza fili.
"È possibile accettare di venerare personaggi che hanno fatto del fascismo una mentalità, senza ripensamenti? Con le sue invenzioni Guglielmo Marconi fu l’iniziatore di una delle mutazioni più pericolose e devastanti per il mondo contemporaneo. Portandoci a tutto questo", si legge nel post pubblicato su Facebook. La presunta rivendicazione, poi, continua citando lo storico Furio Jesi: "Solo nell’ora della rivolta la città è sentita veramente come la propria città: propria poiché dell’io e al tempo stesso degli altri; propria, poiché campo di una battaglia che si è scelta e che la collettività ha scelto; propria, poiché spazio circoscritto in cui il tempo storico è sospeso e in cui ogni atto vale di per sé stesso, nelle sue conseguenze immediate". E quindi: "Ci si appropria di una città fuggendo o avanzando nell’alternarsi delle cariche, molto più che giocando da bambini per le sue strade o passeggiandovi più tardi con una ragazza. Nell’ora della rivolta non si è più soli nella città".
Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri della compagnia Roma centro, che per altro sono stati filmati durante il sopralluogo, come si può evincere dal video comparso in rete. "Stiamo raccogliendo quanto scritto su internet e analizzando anche le foto per dare un nome e cognome all'autore di questa azione", ha spiegato il maggiore Fabio Valletta, come riporta il sito di Rai News. La pagina web della tv di Stato, inoltre, riferisce anche che sotto il busto imbrattato di Guglielmo Marconi sarebbe stato lasciato un foglio con su scritto: "Tutte le lotte sono la stessa lotta, non dimenticarlo".
Erano molti i dubbi attorno a questa pseudo azione di rivendicazione antifascista, che, come riporta il Tempo, è stata rivendicate oltre un mese dopo dall'artista Karlo Mangiafesta, probabilmente uno pseudonimo, svelando la fake news. "La statua è opera mia. Mi interessava vedere cosa sarebbe successo se avessi inscenato una notizia totalmente falsa", ha dichiarato l'artista. Quindi, ha proseguito: "Qualcuno si sarebbe accorto della bugia o l’efferatezza della vicenda sarebbe stata sufficiente, per chi è a caccia di interazioni e visualizzazioni, a renderla reale? C’è da chiedersi: se dei giornali ne scrivono, e la gente inizia a parlarne, cosa rende quella notizia meno vera di una successa veramente?".
Quindi, Mangiafesta, ha concluso: "Generare interazioni è un diktat per tutti e un’occasione come questa per ergersi sul
pulpito è troppo ghiotta per guadagnare impressions. Politici hanno condiviso il video aggiungendo una colonna sonora con più pathos, giornalisti hanno colto l’occasione per celebrare e difendere l’inventore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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