Immigrati affetti da scabbia. E i cittadini li cacciano via dal Paese

A Mandatoriccio come a Goro. Barricate dei residenti contro l'arrivo di 42 profughi. E il prefetto è costretto a cedere

Immigrati affetti da scabbia. E i cittadini li cacciano via dal Paese

A Goro come a Mandatoriccio. Da nord a sud si alzano le barricate per respingere gli immigrati. In Calabria, qualche settimana fa, i sindaci del basso ionio cosentino insieme a centinaia di cittadini hanno bloccato le strade per impedire l’arrivo di un pullman con a bordo 42 profughi.

"Il prefetto non può imporci l’accoglienza dall’alto. Noi non siamo in grado di ospitare gli immigrati, tra l’altro violenti e malati". Aveva dichiarato il sindaco della piccola cittadina calabrese Angelo Donnici. E così, il pullman messo a disposizione dalla prefettura di Cosenza, è stato costretto a fare marcia indietro a causa dell’imponente blocco stradale creato con pallet in legno e bidoni dell’immondizia. A bordo del pullman viaggiava un gruppo di immigrati fra cui qualcuno affetto da scabbia, altri, invece, da diverse patologie e quasi tutti implicati nei disordini creati al centro di accoglienza di Spezzano Piccolo. Proprio per questi motivi, infatti, era stato predisposto il loro trasferimento: dallo sperduto centro di accoglienza sui monti della Sila ad un hotel sulla splendida costa ionica.

In una denuncia fatta dal responsabile della casa d’accoglienza si legge testualmente: "Sono soggetti violenti che hanno manifestato aggressione fisica nei confronti dei vigilanti educatori, nonché nei confronti degli altri ospiti del centro. Non accettano le regole della casa circa gli orari da rispettare, sono indisciplinati, litigiosi ed hanno arrecato danneggiamenti alla struttura, nonché disturbo alla quiete pubblica. Alla luce dei fatti esposti si chiede l’immediata rimozione dei soggetti dal nostro centro".

La protesta a Mandatoriccio

E così, invece che espellere gli immigrati a causa dei reati commessi, la prefettura bruzia ha pensato bene di trasferirli. Dalla montagna al mare. A prenderli in consegna avrebbe dovuto essere un’impresa immobiliare che, secondo una visura fatta presso la camera di commercio di Cosenza, è inattiva.

L’ultimo bilancio, infatti, risale al lontano 2012. E non è tutto qui. La società immobiliare risulterebbe essere debitrice nei confronti del comune di oltre 70 mila euro. Pare non abbia mai pagato i tributi.

Ma i controlli seri, su persone e cose, quando?

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