Il favore delle toghe alle Ong: condannato chi consegnò migranti ai libici

Una sentenza del tribunale di Napoli rischia di avere importanti conseguenze sul fronte migratorio: da oggi in poi potrebbe essere considerato illegale consegnare i migranti salvati in mare alla Guardia Costiera libica

Il favore delle toghe alle Ong: condannato chi consegnò migranti ai libici

Sul fronte immigrazione da Napoli nelle scorse ore è arrivata una nuova sentenza che fa cantare vittoria al mondo delle Ong. Il comandante della nave Asso28 infatti è stato condannato a un anno di reclusione per aver consegnato 101 migranti alla Guardia Costiera libica. Con questa decisione emessa nel capoluogo partenopeo, per la prima volta la giurisprudenza ha riconosciuto come reato la consegna di migranti alla Libia.

Il fatto

Tutto ha avuto inizio nel luglio del 2018. La nave Asso28, di proprietà della società Augusta e in dotazione alla Mellitah Oil&Gas, joint venture formata dalla libica Noc e dall'italiana Eni, ha soccorso 101 migranti a largo della Tripolitania. Tra loro anche donne incinta e bambini. In quell'estate gli sbarchi, rispetto al boom dei due anni precedenti, erano in diminuzione. Tuttavia da Sabratah, cittadina a pochi chilometri dagli impianti petroliferi di Mellitah, continuavano a partire numerosi barconi.

Uno di questi, non lontano dalla piattaforma di Sabratah dove operava la Asso28 in quel momento, era in avaria. Da qui l'azione di soccorso da parte della nave. L'operazione è terminata con la consegna dei migranti alla Guardia Costiera libica. Le motovedette delle autorità di Tripoli hanno poi riportato lungo le coste africane i 101 migranti.

Ed è proprio su questo passaggio che si è focalizzato il lavoro degli inquirenti. A poca distanza dal luogo dove la Asso28 ha prestato soccorso, si trovava infatti la nave dell'Ong spagnola Open Arms. Così come raccontato dall'allora capomissione Fabrizio Gatti, l'equipaggio del mezzo spagnolo si era messo in contatto con quello della Asso28.

Secondo l'Ong in quelle ore la nave della Mellitah Oil&Gas avrebbe deliberatamente scelto di consegnare i 101 migranti alla Libia. Un'azione condannata da Open Arms la quale, assieme a tutte le altre Ong, ha sempre ritenuto una violazione dei diritti umani la consegna di potenziali richiedenti asilo a Tripoli.

Gli attivisti spagnoli hanno consegnato agli inquirenti napoletani alcune conversazioni radio ascoltate durante le ore del salvataggio della Asso28. In quel momento a bordo di Open Arms c'era anche il deputato di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

L'Eni dal canto suo ha smentito ogni coinvolgimento sul presunto respingimento di migranti. “La nave Asso28 – si legge in una nota della società italiana inviata all'Ansa nel luglio 2018 – ha prestato soccorso ad un barcone con a bordo 101 migranti arrivato in prossimità della piattaforma a causa di condizioni meteo avverse. L'operazione di soccorso è stata gestita interamente dalla Guardia Costiera Libica che ha imposto al comandante dell'Asso 28 di riportare i migranti in Libia”.

Il processo e le possibili conseguenze

Il 17 luglio 2020 è stato emesso il rinvio a giudizio per il comandante della Asso28 e per un rappresentante dell'armatore. Il processo si è svolto a porte chiuse e con il rito abbreviato. Nelle scorse ore, come riportato da Nello Scavo su Avvenire, è arrivata la condanna a un anno per il comandante. Per lui l'accusa è quella di abbandono di minore e di persone vulnerabili.

Da quanto è emerso, sia il comandante che il rappresentante dell'armatore sono invece stati assolti dall'accusa di abuso di ufficio. Le motivazioni saranno depositate solo nelle prossime settimane, ma appare chiara la portata di una simile sentenza.

Da ora in poi le azioni di consegna di migranti salvati alla guardia costiera libica potrebbero essere considerate illegali. È passata quindi la linea che, sotto il profilo politico, da anni è ribadita dalle Ong e dal mondo pro immigrazione.

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