Si prostituisce per giocare alle slot

È passata dal Gratta e Vinci alle macchinette. Una malattia che le ha portato via tutto

Si prostituisce per giocare alle slot

Era schiava del gioco e dei videopoker, tanto da vendersi per qualche ora in più davanti alle slot.

Una storia di disperazione quella di un'impiegata 50enne di Pavia, imprigionata nel mondo del gioco d'azzardo. A metà del mese lo stipendio era già bruciato, così si prostituiva ai frequentatori per poter continare a scommettere. Una schiavitù andata avanti per mesi in cui la donna ha speso tutto quello che aveva e quello che guadagnava. Ha perso tutto: lavoro, famigliari e quasi la vita, tentando il suicidio.

La malattia comincia come quella di tanti altri, dal Gratta e Vinci ogni tanto, fino arrivare alle macchinette. Invece quell'unico gettone, tanto per provare, diventa il modo di per trascorrere il pomeriggio dopo che esce dall'ufficio. Non importa se qualcuno la riconosce, la paura di essere scoperta a lungo andare svanisce come i soldi che ha sul conto corrente.

Lo stipendio da impiegata non le basta, chiede a sorelle e al padre, al quale sottrae anche l'oro di famiglia per poi rivenderlo. Come si legge sulla Provincia Pavese, non si fa il minimo scrupolo, ricordi di famiglia, monili della madre defunta, baratta tutto pur di avere un momento in più con le slot machine. A lavoro va sempre peggio, rende di meno e comincia a rubacchiare. Il Tfr svanisce il poche ore. E poi il punto più basso: si prostituisce per giocare. Trenta euro è il prezzo della dignità. Fino a quando non capisce che è ora di cambiare.

Così bussa

alla Casa del Giovane, una comunità terapeutica, dove viene sottoposta a "disintossicazione". La donna è ancora ospite del centro di recupero, ma dopo anni almeno ha trascorso un Natale diverso.

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