Un imprenditore si spara nel santuario di Pompei: lettera di accuse a Equitalia

Arcangelo Arpino, imprenditore 63enne titolare, si è tolto la vita nel parcheggio del santuario. Ha lasciato una lettera di accuse contro Equitalia

Un imprenditore si spara nel santuario di Pompei: lettera di accuse a Equitalia

Un altro dramma. Un'altra vittima della crisi economica. Un imprenditore si è tolto la vita sparandosi alla testa nel parcheggio del Santuario di Pompei. Arcangelo Arpino, 63enne titolare di una impresa edile di Vico Equense, ha lasciato tre lettere: una di scuse ai familiari, un’altra dove parla dei problemi economici legati alla sua attività e un’altra di accuse contro Equitalia. "

"La gente si sente abbandonata. Anch’io durante la supplica ho detto di sentirmi abbandonato dalle istituzioni - ha commentato l’arcivescovo di Pompei, Carlo Liberati - anche Gesù sulla croce si è lamentato: sono vicino e solidale ai familiari di quest’uomo". L'imprenditore, che si è ucciso alle tre di questo pomeriggio, era il titolare di una impresa edile, la "Euro Costruzioni". Si è sparato con una pistola calibro 7.65, legalmente detenuta. È morto poco dopo nell’ospedale di Castellammare di Stabia.

Diversi parcheggiatori hanno raccontano di aver visto Arpino all'interno del santuario pochi attimi prima di spararsi. "Aveva con se una cartellina con dei documenti", ha riferito uno degli addetti alla sosta ancora sotto choc per quanto avvenuto.

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