La Sardegna centro-occidentale brucia da giorni e la situazione è drammatica. Le fiamme hanno divorato migliaia di ettari di foreste secolari, cancellato i raccolti e ucciso animali. Minacciano le case e ci sono centinaia di persone sfollate perché gli incendi si sono avvicinati ai centri abitati. Cuglieri, Scano di Montiferro, Porto Alabe e gran parte dell'area oristanese stanno vivendo ore di terrore e le fiamme, sospinte dal vento che in questi giorni soffia sull'isola, non possono essere domate.
In queste ore la giunta regionale della Sardegna ha approvato la deliberazione dello stato di emergenza e nel frattempo è stato fatto appello all'Europa per un aiuto. Dalla Francia sono arrivati sull'isola due canadair, che si uniranno ai 7 già in servizio della flotta nazionale. Intanto sono attesi anche i mezzi in arrivo dalla Grecia e saranno in tutto 6 i canadair "prestati" dai Paesi europei per l'emergenza incendi. Christian Solinas, governatore della Sardegna, sta coordinando le operazioni della protezione civile mentre gli incendi continuano a espandersi.
Un fronte sembra andare in direzione della costa, dove però si trovano alcuni centri abitati e un altro si sta dirigendo verso l'entroterra, tanto da minacciare la cittadina di Macomer. Il Montiferru e la Planargia, due regioni storiche dell'isola, sono in trappola, circondate dagli incendi che si auto alimentano mentre distruggono la vegetazione. I residenti della parte bassa di Scano di Montiferro sono stati invitati a lasciare le abitazioni perché c'è il rischio che il fuoco nelle prossime ore raggiunga il centro cittadino. Ci sono sfollati anche a Porto Alabe e a Cuglieri.
"Si informa la popolazione che la Protezione civile regionale ha cautelativamente informato questo Comune che l'incendio boschivo in corso in data odierna nell'areale del Montiferru ha raggiunto il territorio comunale di Sagama. Giungono notizie circa l'approssimarsi dell'incendio al territorio di Sindia, strettamente confinante con Macomer", ha annunciato il sindaco del comune nuorese, alle pendici nella catena del Marghine.
Impossibile al momento fare una stima dei danni. Interi greggi di pecore sono stati uccisi, così come stalle con animali e allevamenti. Distrutti anche i raccolti estivi e il famoso olivastro di Sa Tanca Manna, un esemplare millenario che era stato proclamato monumento naturale. Era un raro esemplare di archeologia botanica con il suo fusto di ben 10 metri È stato inghiottito dalle fiamme anche l'ulivo secolare di Cabras, che da 400 anni resisteva nella zona di Maridioi. Purtroppo anche nei prossimi giorni sull'isola sarà allerta per le alte temperature e per i venti che continueranno a soffiare.
Intanto tutta la politica ha espresso solidarietà all'isola e si stanno già attivando le soluzioni per destinare fondi alle comunità più colpite.
Allo studio anche la possibilità di destinare una parte del Pnrr all'emegenza incendi che ha messo in ginocchio l'economia dell'oristanese, prevalentemente basata sull'industria agricola e i suoi annessi.
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