Una donna di 37 anni al sesto mese di gravidanza è morta alla clinica Mangiagalli di MIlano in seguito ad un'emorragia. Claudia Bordoni, manager nel campo assicurativo, aspettava due gemelli dopo la procedura di procreazione medicalmente
assistita. Più di una volta - come riporta il Corriere - si era recata in ospedale per ricorrenti minacce di aborto. Dapprima al San Raffaele, dove si era rivolta per la fecondazione, poi a Busto Arsizio, al pronto soccorso. Infine alla Mangiagalli, dove è stata ricoverata nel reparto di Patologia della gravidanza. La donna ha fatto di tutto per mettere al sicuro i suoi bambini. Ma, alla fine, la tragedia. E' morta, e con lei anche i gemellini, nonostante il parto cesareo d'urgenza tentato dai medici.
Il padre della Bordoni ha presentato un esposto alla magistratura: chiede che sia fatta piena luce sulla morte di sua figlia. La Procura di Milano, intanto, ha aperto un’inchiesta. Purtroppo la morte è un rischio cui tutte le donne che sono in attesa di un bambino devono fare i conti. Ogni anno nel nostro Paese a morire di parto sono almeno 50 donne: un dato considerato tra i più bassi a livello europeo. Ma il caso di Claudia è diverso dagli altri, proprio perché è avvenuto nella Mangiagalli, clinica considerata al top a livello di sicurezza, dove ogni anno nascono almeno 6.500 bambini. La donna, tra l'altro, poco prima era stata ricoverata per una settimana in un'altra struttura, al San Raffaele (considerata anch'essa al top), per una minaccia di parto prematuro (alla 24esima settimana di gestazione). Dalla struttura l'avevano poi inviata al Policlinico, essendo dotato della più grande terapia intensiva neonatale d'Italia e avendo medici che affrontano un'alta casistica di parti complicati.
La donna ha passato la notte, ma nella mattinata di ieri ha mostrato i segni di una grave emorragia improvvisa. A quanto si apprende, è morta in pochi minuti, nonostante l'intervento immediato dei medici con un cesareo d'urgenza. I suoi gemellini sono invece nati morti. Sul caso, fa sapere la direzione del Policlinico di Milano, è stata avviata "un'indagine interna per ricostruire ogni dettaglio della vicenda, e i nostri operatori hanno sin da subito dato la loro piena collaborazione alla magistratura per tutti i rilievi del caso".
Ora, prosegue la direzione, "bisogna attendere l'esito delle indagini, per fare luce e capire se questa tragedia rientra in quei casi, per fortuna pochissimi, in cui la medicina non è purtroppo in grado di evitare l'inevitabile. Siamo tutti vicini alla famiglia in questo momento di gravissima perdita, così come siamo accanto alla nostra squadra di esperti per dare loro tutto il nostro appoggio".
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