Santa Messa di inizio Pontificato, il 265° nella storia della Chiesa cattolica dopo quello dell’apostolo Pietro, per papa Francesco. Oltre 130 delegazioni di capi di Stato, ministri e responsabili di nazioni e organizzazioni di tutto il mondo, oltre a centinaia di migliaia di fedeli si sono radunate in preghiera per assistere, in piazza san Pietro, ai solenni riti di insediamento del Santo Padre. "Il ministero del vescovo di Roma - ha detto il Papa durante l'omelia - comporta anche un potere ma vero potere è il servizio e anche il Papa per esercitare il potere deve guardare al servizio umilè di Giuseppe, guardare con affetto e tenerezza la intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli".
"Dovevamo esserci. È il nostro Papa". Michael è arrivato da Boston. Non era mai venuto a Roma in precedenza ma adesso l’imperativo per lui è essere presente a quello che ha definito "un evento storico da non perdere assolutamente". Dalle 4.30 ha atteso le aperture dei varchi di via della Conciliazione. All'alba, nella zona intorno al Vaticano, e soprattutto in piazza San Pietro, sembrava fosse mezzogiorno. Numerose le bandiere provenienti da tutte le parti del mondo. È apparso anche un grandissimo striscione della squadra di calcio "San Lorenzo" con stampata l’immagine del Pontefice. Il San Lorenzo è la squadra del quartiere Boedo di Buenos Aires, di cui papa Francesco è un acceso tifoso. E, proprio in Plaza de Mayo a Buenos Aires, si è diffusa una grande emozione tra la folla di fedeli radunata davanti alla Cattedrale in attesa della messa di insediamento. "Camminiamo tutti uniti, prendiamoci cura gli uni degli altri e continuate a pregare per me", ha detto il Papa invitando i presenti, che ascoltavano ammutoliti dalla sorpresa, a "guardare verso il cielo" e a ringraziare Dio. "Voglio chiedervi un favore - ha detto ancora papa Francesco - camminiamo tutti uniti, prendiamoci cura gli uni degli altri, prendetevi cura tra di voi, non facciamoci del male, curiamo la vita, curiamo la famiglia, curiamo la natura, curiamo i bambini, curiamo gli anziani".
Dopo aver salutato i fedeli di Buenos Aires, Bergoglio ha lasciato la sua abitazione nella casa di Santa Marta in Vaticano, per fare un lungo giro in piazza San Pietro in jeep scoperta e salutare così le tante persone arrivati da Roma ma anche da tutto il mondo per la Santa Messa. La folla lo ha accolto con un boato di gioia: applausi, saluti, bandiere che sventolavano. Mentre girava tra i settori di piazza San Pietro, ha fatto fermare l'auto ed è sceso per baciare sulla fronte un disabile che dalla barella era proteso verso di lui. "Da lontano sei arrivato e con la semplicità ci hai conquistato", era scritto su uno striscione. A più riprese il Papa ha benedetto la folla sorridendo e ha salutato dicendo con calore "ciao". Subito dopo il Papa ha pregato sulla tomba di San Pietro, accompagnato dai Patriarchi delle Chiese orientali e dopo la preghiera incenserà il Trophaeum apostolico, poi in processione dentro la basilica ha raggiunto con i cardinali concelebranti il sagrato. Prima dell’inizio della funzione ha ricevuto i due simboli del ministero pietrino: l’anello del Pescatore in argento dorato, da un’opera dello "scultore dei papi" Enrico Manfrini, e il Pallio, la fascia di lana bianca con le croci rosse che simboleggia il Buon pastore. Pallio che è lo stesso di Benedetto XVI.
Un bicchiere d’acqua bevuto prima di iniziare l’omelia, un testo letto senza particolari modifiche, nessun "a braccio" aggiunto, sempre concentrato. Così papa Francesco ha affrontato l’omelia in italiano della messa del suo insediamento al "ministero petrino". "Non dobbiamo avere paura della bontà, neanche della tenerezza". Nell’omelia, il Pontefice ha invitato i fedeli e i potenti del mondo a prendersi cura del prossimo ("Il custodire chiede bontà chiede di essere vissuto con tenerezza") spiegando che la tenerezza "non è la virtù del debole", ma denota "fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore". "Non dobbiamo avere timore della bontà - ha poi ripetuto - della tenerezza".
Proprio per questo, nell’esercitare il suo servizio, il Pontefice guarda a quello "umile e concreto" di San Giuseppe e come lui ha aperto le braccia all'umanità intera, ricordando che il giudizio finale sarà sulla carità: "Chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere. Solo chi serve con amore sa custodire".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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