«Da bambina, quarta di sei sorelle, andavo dalla sarta e mi mettevo in fila per scegliere i miei abitini. Era un rito carico di magia e oggi ricordo perfettamente tutti i vestiti che ho amato compreso quello indaco, uno dei colori che amo di più e propongo in quanto simbolo dei bambini con capacità straordinarie» racconta Imelde Bronzieri, grande poetessa della moda in piccole taglie. Talmente conosciuta e apprezzata da essere sempre punto di riferimento di tante mamme. «Spesso incontro donne che mi dicono: ho ancora i vestiti comprati dai miei genitori per me e ora compro per i miei figli». Del resto, secondo l'autrice di Mi.Mi.Sol. - il nome arriva dalle tre note della ninna nanna di Brahms - il rito della scelta degli abiti aiuta gli adulti a condividere con i bambini momenti importanti per la loro formazione. L'acquisto si fissa nella mente e arricchisce quel cassettino di memorie fondamentali per intessere la propria vita di emozioni. Alla vigilia di Pitti Bimbo che vede Imelde Bronzieri capitanare una simbolica protesta con bambini in abiti di seta rosa e celesti inneggianti alla pace in tutte le lingue del mondo - il simbolo sono le note che escono dal becco della colomba tratta da un disegno di Mauro Balletti - le chiediamo di stilare una sorta di codice per gli acquisti a uso di genitori, nonni e zii.
Comprare tanto o comprare poco?
«Riempire troppo l'armadio dei piccoli è una scelta che non condivido. Sono per poche cose ma di qualità perché il futuro sta nella qualità a 360 gradi e non nella barbarie degli acquisti senza senso. I bambini debbono poter apprendere il valore della qualità sin da piccoli».
Come si spiega la qualità ai bambini?
«Insegnando loro a distinguere il bello dal non bello senza concedere tutto ciò che chiedono».
Acquistare ciò che piace o ciò che è utile?
«Bisogna scegliere quello che fa bene e iniziare i bambini al rispetto per se stessi, per gli altri e per il pianeta. E soprattutto non consumare troppo e a poco prezzo. Rispetto a ciò che abbiamo fatto noi, dobbiamo dare significato persino a una semplice T-shirt».
Vestirli come vogliono o indirizzarli?
«Non bisogna far scegliere l'abbigliamento ma aiutarli a scegliere le cose giuste condividendo un momento importante perché fare shopping vuol dire avere l'opportunità di indirizzare i piccoli verso il buongusto e i corretti accostamenti».
Materiali preziosi o pratici?
«Il mondo della moda per bambini si è molto evoluto: proponiamo materiali molto più fruibili persino nei capi per la cerimonia. Io presento anche modelli eleganti realizzati in tessuto scuba lavabile in casa».
Tessuti naturali o fibre intelligenti?
«Dobbiamo guardare sempre di più a tessuti innovativi e alle loro performance e questo anche quando parliamo di occasioni importanti. Oggi le mamme acquistano vestitini eleganti con l'idea di poterli riutilizzare anche in altre occasioni. Del resto i bambini sono meno ingessati e più liberi: io ho cominciato a mettere la gomma sotto le scarpine bebè già vent'anni fa».
Misure precise o modelli più eclettici?
«La tendenza è scegliere capi che durino più di una stagione grazie a un preciso equilibrio nella modellatura e all'astuzia dei nuovi accostamenti, vedi per esempio, in caso di abiti che diventano troppo corti, l'uso di leggings e
sottogonne per compensare. A me piacciono molto anche le bambine con i vestiti cortissimi, più dinamiche e fresche. I maschietti hanno meno problemi, vivono di T-shirt e bermuda e diventano vanitosi solo da adolescenti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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