Liti furiose, insulti, crisi di nervi. Minacce rivolte al personale di bordo o agli altri passeggeri. Ma anche calci e persino sputi. Negli ultimi due anni, segnati dall'emergenza coronavirus, aerei e aeroporti sono stati teatro di contrasti e baruffe ad alta tensione (oltre che ad alta quota). Più che in passato. Solo 2020, gli episodi litigiosi avvenuti nelle aerostazioni o sui velivoli sono cresciuti del 34% rispetto ai dodici mesi precedenti; il dato prende letteralmente il volo - giusto per rimanere in tema - se si considera l'aumento sull'anno 2015. In questo caso, il rialzo è del 320%.
A fornire i numeri sulle liti nei cieli italiani è un'analisi dell'Ente nazionale per l'aviazione civile, aggiornata al 1° dicembre 2021. I dati, riportati dal Corriere, dimostrano che negli anni in cui si è volato di meno o con fatica (a causa delle norme anti-Covid) si è anche bisticciato di più. Il 2020 in particolare ha registrato un record, con il tasso di litigiosità salito allo 0,63, mentre nel 2021 (periodo gennaio – novembre) si è attestato di poco sopra lo 0,5. Il calcolo - spiega l'Enac - è effettuato considerando tutte le tipologie di volo e il tasso di litigiosità sale se si considerano i voli passeggeri di ogni tipologia, nazionali e internazionali, escludendo quelli per il trasporto merci, i viaggi su jet privati e i semplici sorvoli sul territorio nazionale.
Negli ultimi due anni si è bisticciato molto, talvolta con vere e proprie escalation di rabbia, soprattutto davanti ai banconi del check-in e ai gate d'imbarco, dove spesso si presentano viaggiatori senza i necessari documenti per accedere a bordo. Le cronache documentano anche casi di persone che speravano di volare anche se positive al Covid. I dati sopra citati vanno peraltro considerati come stime al ribasso rispetto agli effettivi casi litigiosi: in generale, infatti, in almeno quattro casi su cinque si tende a non segnalare il passeggero indisciplinato - "unruly passenger" - alle autorità di pubblica sicurezza, anche a motivo delle procedure burocratiche richieste.
Al di là dei numeri, a documentare la crescente tensione che aleggia sui velivoli e negli aeroporti sono stati alcuni emblematici casi degli ultimi mesi. Nel maggio 2021 aveva destato scalpore il caos suscitato da una donna sul volo da Ibiza a Bergamo: invitata a indossare correttamente la mascherina, la passeggera aveva dato in escandescenze, tra insulti e pugni. Solo un mese prima, le autorità di pubblica sicurezza erano dovute intervenire per sedare la lite di una coppia all'aeroporto di Lamezia Terme. Nello stesso momento in cui intervenivano i poliziotti, l'uomo aveva strattonato la compagna e l'aveva scaraventata a terra con un violento schiaffo. Non solo. I due erano anche stati deferiti all’autorità giudiziaria per abbandono di minori.
Nel luglio 2021, la passeggera di un volo tra Pisa e Cagliari aveva ricevuto una sanzione di 400 euro per offese e minacce rivolte alla hostess di bordo che la invitava a indossare la mascherina, nel rispetto delle misure anti-Covid. A ottobre, invece, a seguito dei ripetuti casi di aggressioni anche al personale femminile, i dipendenti dell'aeroporto di Bologna avevano scioperato, denunciando si aver ricevuto insulti, tirate di capelli e pugni in faccia, in alternativa sferrati contro i plexiglass.
E con il passare dei mesi le liti non accennano a diminuire.
Solo un dato può consolare rispetto a questa allarmante tendenza: i passeggeri aggressivi itaiani sono sì aumentati, ma il loro numero resta comunque inferiore rispetto a quello di altri paesi del mondo. Negli Usa, ad esempio, il tasso di litugiosità è attestato attorno ai 6,5 casi ogni diecimila voli. Oltre dieci volte l'Italia.
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