E' una brutta storia di razzismo, quella che arriva da Buccinasco, in provincia di Milano. Ma è anche una storia di solidarietà, di valori e di sport.
La storia di Joao Kisonga, 33enne pivot della squadra cittadina - i "Bionics" - che milita in serie C2 silver da tempo bersagliato con insulti e offese razziste. A ogni partita la stessa storia, ripetuta nei vari palazzetti dello sport del Nord Italia: ululati e "buu" a sottolineare il disprezzo per il colore della sua pelle.
Una vera e propria persecuzione, protratta tanto a lungo che i compagni di squadra hanno preso una decisione tanto drastica quanto clamorosa: se quegli insulti vergognosi non smettono immediatamente, tutta la squadra smetterà di giocare.
Dieci anni fa Kisonga aveva lasciato i campi di calcio proprio per lo stesso problema, dedicandosi al basket nella speranza di trovare un ambiente più favorevole. Ora che quegli urli infami si sono fatti risentire, però, è tutta la società che ha deciso di legare la propria sorte a quella del giovane centro.
Anche il presidente Angelo Gottani si è schierato al fianco dei suoi ragazzi: "Al prossimo episodio di razzismo ci fermiamo e non giochiamo più", assicura.
Lui, Joao, ha chiesto di "alzare la voce e
dire basta", soprattutto per i bambini: "Come potranno imparare il rispetto se gli adulti si comportano così? Ci vogliono punizioni esemplari. Io, intanto, seguo il mio motto: non ti curar di loro, ma guarda e schiaccia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.