Intascavano le somme versate dagli utenti morosi del servizio idrico che erano destinate alle casse comunali, ma sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza di Messina che ha posto fine ad ogni illecito affare. Si tratta di un noto avvocato di Taormina, Francesco La Face, per il quale è stato disposto l’arresto e l’ex dirigente comunale Giovanni Coco. A quest’ultimo è stato notificato un divieto di dimora nel comune di Taormina. I due sono ritenuti responsabili dei reati di peculato e corruzione.
Le indagini delle Fiamme Gialle sono scaturite a seguito di un controllo fiscale eseguito nei confronti dell’avvocato dal quale è emerso che l’ex dirigente comunale, in cambio di denaro e di altri beni per un importo pari a circa 26mila euro, si fosse completamente sottoposto al professionista. L’indagine è stata anche avvalorata dal ritrovamento in casa di Coco, a seguito di perquisizione, di un “pizzino” contenente la giustificazione, che salvasse le apparenze, per la tangente ricevuta. A rendere chiaro il quadro completo della situazione, anche le intercettazioni che hanno permesso agli inquirenti di conoscere molti dettagli sul giro di denaro pubblico illecitamente intascato.
Nello specifico, il funzionario comunale ometteva di eseguire i controlli previsti dalla legge ed era arrivato anche al punto di inserire nel sistema informatico comunale “AcqueWin” dei dati falsificati. Questo metodo consentiva all’avvocato di accreditare nel proprio conto corrente le somme pagate in contanti dagli utenti che, con questa modalità di pagamento, ricevevano uno sconto non sapendo invece di rendere un favore ai due. Le somme liquide infatti accrescevano le disponibilità finanziarie dei complici senza lasciare traccia.
Da quanto si è appreso dalle intercettazioni, questo sistema di appropriazione indebita di denaro pubblico era noto a molti impiegati comunali ma nessuno aveva mai denunciato i fatti. Sicuramente, come accade il più delle volte, per il “quieto vivere” sul posto di lavoro.
Dunque, considerato il valore probatorio dei risultati delle indagini e, visto il rischio di reiterazione delittuosa da parte degli indagati, nei confronti dei due sono state applicate le misure cautelari. Nell’ambito dei provvedimenti adottati c’è anche il sequestro di beni immobili e disponibilità finanziarie per un importo totale di 817.000 euro. Si tratta di tre proprietà immobiliari appartenenti all’avvocato e delle somme maturate da Coco per il trattamento di fine servizio a seguito della cessazione del rapporto di lavoro.
Sempre nella stessa inchiesta è indagato anche il funzionario comunale Roberto Mendolia. Proseguono le indagini delle Fiamme Gialle contro la corruzione al fine di salvaguardare il corretto utilizzo delle somme pubbliche nel rispetto dei cittadini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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