Le famiglie consumano sempre meno, mentre la pressione fiscale continua a tenere in pugno gli italiani. Secondo i dati forniti dall'Istat, nel 2013 il Pil italiano è caduto in volume dell'1,9%, scendendo leggermente sotto i livelli registrati nel 2000. Il Pil ai prezzi di mercato - si legge nel documento - è stato pari a 1.560.024 milioni di euro correnti, con una riduzione dello 0,4% rispetto all'anno precedente, anche se la tendenza media negli altri paesi è diversa: negli Stati Uniti e nel Regno Unito sia va al rialzo (1,9% per entrambi), così come in Giappone (1,6%) e in Germania (0,4%).
Il debito pubblico 2013 si attesta intorno al 132.6% Pil, record assoluto da anni a questa parte, segno che la poltica economica ha qualche ingranaggio rotto. Le imposte indirette sono diminuite del 3,6%, riflettendo prevalentemente il calo del gettito IMU, dell'IVA e delle accise, mentre per quelle dirette il risultato è una crescita dello 0,6%, essenzialmente per effetto dell'aumento dell'Ires e dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi da capitale. Le unità di lavoro (Ula) sono diminuite dell'1,9%. Il calo ha riguardato sia la componente dei dipendenti (-1,9%) , sia quella degli indipendenti (-2,0%). Il calo ha interessato i settori più disparati: 9,0% per le costruzioni, 1,7% per l'agricoltura, silvicoltura e pesca, 1,4% per l'industria in senso stretto e 1,3% per i servizi.
Le uscite totali della P.a., invece, sono pari al 51,2% del Pil, diminuendo dello 0,2% rispetto al 2012: al loro interno le uscite correnti sono cresciute dello 0,6%. In particolare, i redditi da lavoro dipendente sono diminuiti dello 0,7% (-1,9% nel 2012), quale effetto di una riduzione delle unità di lavoro delle Amministrazioni pubbliche che vedono il permanere dei blocchi sul rinnovo contrattuale. Giù anche i consumi degli italiani: nel 2013 si sono ridotti dell'1,7%, a fronte della diminuzione del 3,2% del 2012. La spesa delle famiglie cala del 2,6% dopo il crollo del 4% del 2012. Giù i consumi alimentari (-3,1%), quelli legati alla sanità (-5,7%) e quelli per l'abbigliamento (-5,2%).
Nei dati dell'Istat anche i consumi delle famiglie per alimentari e bevande non
alcoliche, che nel 2013 hanno raggiunto il livello più basso dall'inizio delle serie storiche, nel 1990. L'anno scorso sono stati spesi 114 miliardi e 297 milioni di euro, un numero in calo di 3,6 miliardi rispetto al 2012.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.