Italiano chiede elemosina. Nigeriani lo minacciano: "Territorio nostro"

"Sono un italiano che chiede aiuto al suo popolo". Disoccupato 60enne preso di mira non si dà per vinto: "Il parcheggio del supermercato non è proprietà dei nigeriani"

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Mauro Rocchi, un italiano disoccupato di 60 anni, deve chiedere l'elemosina di fronte ad un supermercato a Perugia. Ma non può. Perché un gruppo di nigeriani lo ha minacciato di "spezzargli le gambe", perché il racket dell'elemosina è roba loro.

"Questo è il nostro lavoro", hanno detto all'agronomo in cerca di lavoro e che per il momento è costretto a chiedere l'elemosina. Dopo aver lavorato in alcune aziende umbre, ha contratto una malattia alle mani e per questo è rimasto senza lavoro. Ha anche chiamato la polizia, che ha solo registrato il fatto, senza intervenire. Lui ha spiegato ai poliziotti la sua situazione: "Sono un italiano e cerco aiuto nel mio Paese dalla mia gente, se gli altri italiani hanno bisogno devono solo andare a far capire che non c'è vergogna se si ha necessità".

E poi si è scagliato contro la prepotenza dei nigeriani: "Elemosinare non può essere un lavoro - ha detto - e un supermercato non è proprietà di un elemosinante".

Ora davanti al supermercato gli africani lo circondano ogni giorno, impedendogli di chiedere qualche spicciolo ai clienti del negozio.

Ora gli italiani non possono nemmeno chiedere l'elemosina nel loro Paese.

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