L’idea del lockdown anagrafico che il governo ha scartato

L’idea di un lockdown per i soggetti anziani e fragili è stata rilanciata dal governatore della Liguria Giovanni Toti. Ipotesi simile discussa anche nel Regno Unito

L’idea del lockdown anagrafico che il governo ha scartato

Lo si potrebbe chiamare lockdown "mirato", "generazionale" o, ancora, "over 65". Il nome della misura restrittiva, però, poco importanza. Quel che più conta, infatti, è la sostanza. Se il coronavirus colpisce in maniera più pesante, fino alle estreme conseguenze, persone anziane e con patologie allora proprio queste devono essere tutelate maggiormente. Come? Con lockdown "personalizzati". In pratica, quelli che possono essere inclusi nella categoria dei soggetti fragili devono restare a casa. Una separazione della popolazione su base anagrafica così da poter controllare l’epidemia senza danneggiare l’economia.

L’idea, in realtà non nuova, è stata rilanciata da Giovanni Toti, presidente della Liguria che a La Stampa ha affermato di essere convinto che sia necessario adottare misure per proteggere o lasciare a casa le persone gli anziani e chi ha altri seri problemi di salute. Non che gli altri siano immuni dal coronavirus. Toti spiega che è vero che anche i giovani si contagiano "ma dopo due o tre giorni di ospedale tornano a casa". Non è detto che gli "over 65" debbano restare bloccati in casa. Il governatore della Liguria pensa a fasce dedicate nei negozi esclusivamente a chi ha più di 70 anni. O, ancora, a tariffe super agevolate per i taxi per gli spostamenti. Del resto anche i trasporti pubblici possono essere luoghi dove avviene un possibile contagio. Basti guardare foto e video di metro, bus e tram affollati dove non esiste il distanzi manto di un metro.

Ma questa strada è percorribile? Circa un mese fa nel Regno Unito i consiglieri scientifici del governo britannico avevano lanciato l’idea di un lockdown per gli over 45. I documenti del Sage, Scientific advisory group for emergencies, secondo il Daily Mail facevano riferimento ad un piano per isolare chi aveva oltre 45 anni ed era considerato a rischio. Inizialmente, la misura sarebbe stata bocciata. Poi qualcuno si è mostrato possibilista a condizione che la soglia d'età dei soggetti si alzi. "Circa due terzi della popolazione del Regno Unito vive in abitazioni nelle quali sono presenti uno o più individui di almeno 45 anni. Ogni segmentazione basata su questo criterio anagrafico avrebbe quindi un impatto su molti nuclei familiari", è un passaggio del verbale redatto dopo il meeting del Sage dello scorso 23 luglio. Al momento, però non sono stati compitui passi in questa direzione anche se nelle ultime settimane anche il Regno Unito ha visto incrementare considerevolmente il numero di persone colpite dal coronavirus.

Toti, però, ammette che la sua è solo una proposta e con il governo non si è discusso di questo argomento. "Siamo riusciti a mitigare alcune delle limitazioni più dure, l’apertura domenicale dei ristoranti un po’ di respiro lo può dare, abbiamo perplessità sullo stop agli spettacoli, ai cinema, alle palestre e alle piscine". Paradossalmente vi è un’alternativa che va in direzione opposta suggerita dallo stesso Toti. Una sorta di apertura di tutto 24 ore al giorno. "Diluire la giornata sull’arco temporale più lungo possibile", ha spiegato il governatore che, però, ammette come sia "difficile spalmare la vita delle persone sulle 24 ore, sono incastri complessi. Bisogna allineare il sistema, far dialogare aziende private, pubblico impiego, il sistema dell’educazione, riprogrammare le abitudini di vita. Ma è un modo per resistere".

Il problema ora è assistere i cittadini che non possono lavorare. Sarà difficile assistere milioni di italiani rimasti senza la possibilità di guadagnare. "L’approccio di questo governo sconta il presupposto, il pantheon ideologico, del reddito di cittadinanza che diventa reddito di emergenza. Così si uccide lo spirito stesso dell’economia di un Paese", ha spiegato il governatore che invita quanti non capiscono che bisogna trovare un equilibrio tra sicurezza sanitaria e tenuta dell’economia a tenere come monito quanto accaduto a Napoli. Ma segnali di disagio sociale non arrivano solo dal capoluogo campano.

Manifestazioni di cittadini esasperati per lockdown e coprifuoco si segnalano in diverse parti d’Italia. Se il governo non interviene subito il rischio di violenze come accaduto davanti al palazzo della Regione a Napoli non possono essere escluse.

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