"L'agente Sissy? Uccisa per avere scoperto una storia di sesso e coca"

Maria Teresa Trovato Mazza, trovata agonizzante nell'ascensore dell'ospedale di Venezia e morta due anni dopo, sarebbe stata uccisa per avere svelato un giro di droga e la relazione tra una collega e una detenuta nel carcere dove lavorava

"L'agente Sissy? Uccisa per avere scoperto una storia di sesso e coca"

Suicidio? "Macché. Aveva scoperto in carcere la presenza di cocaina e la relazione illecita tra una sua collega e una detenuta. La sua morte è stata la conseguenza di un tentativo di intimidazione finito male". A svelare la presunta verità dietro alla scomparsa di Maria Teresa Trovato Mazza - la guardia penitenziaria trovata agonizzante nel vano dell'ascensore dell'Ospedale civile di Venezia e morta il 13 gennaio dopo due anni di coma - è una reclusa del carcere veneziano della Giudecca, dove l'agente Sissy lavorava.

Da quando è morta, i genitori della giovane non si danno pace. Vogliono sapere la verità: la loro Maria Teresa si è davvero suicidata come dice la versione ufficiale? O il colpo di pistola che l'ha fatta sprofondare nel sonno più profondo è partito da un'altra arma? A suffragare questa tesi l'assenza di impronte digitali della donna dall'impugnatura dell'arma e la presenza sulle dita di entrambe le mani della stessa quantità di polvere da sparo. Cosa impossibile se fosse stata lei, quel giorno, a premere il grilletto.

Adesso, a infittire ancora di più il mistero sulla dinamica della sua morte, è la testimonianza a Fanpage di un'ex detenuta della Giudecca, il carcere veneziano dove Sissy lavorava come guardia penitenziaria. "Ora che Sissy è morta, deve venire fuori tutta la m...a della Giudecca. Dirò tutto. So che Sissy aveva scoperto la presenza di cocaina", le parole della donna già interrogata da Chi l'ha visto. Oltre alla cocaina, però, ci sarebbe dell'altro. "Aveva scoperto anche la relazione tra una collega e una detenuta", insiste la testimone, che parla del colpo di pistola mell'ascensore dell'Ospedale come di "un tentativo di intimidazione finito male". Non il primo, forse, visto che pochi giorni prima del presunto omicidio l'agente Sissy avrebbe presentato degli evidenti lividi sulla mano.

Toccante l'ultima dichiarazione della testimone: "Lei era una persona pulita, era l'unica agente con cui noi detenute potevamo parlare, ci ascoltava, ci consigliava, ci aiutava. Era una persona pulita, per questo lì non stava bene". Ma a smentire questa versione è l'ex direttrice del carcere di Venezia, Gabriella Straffi. Intervistata dal Gazzettino di Venezia, Straffi ha dichiarato che "L'agente Trovato Mazza mi parlò di dichiarazioni confidenziali raccolte da alcune detenute e che riguardavano esclusivamente un comportamento scorretto di un'agente nei confronti di una detenuta. [...] Mai, neppure in passato, mi riferì di scambi di stupefacenti all'interno dell'istituto". Anche perché le detenute vengono "sottoposte assiduamente a esami tossicologici" oltre a "perquisizioni periodiche anche con l'ausilio di cani antidroga". Perquisizioni che però, in base alla testimonianza dell'ex detenuta, venivano truccate.

"Quando arrivavano a controllare, i cani antidroga venivano trattenuti per un po' giù, mentre la coca veniva nascosta nelle plafoniere della cella 2, dove certo i cani non potevano raggiungerla". L'ennesimo mistero di una storia inquietante.

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