Migranti, la Lamorgese lancia l'allarme: "Flussi in aumento"

Il ministro dell'Interno non nasconde i timori del governo per l'aggravarsi della crisi alimentare destinata ad incidere anche sui flussi migratori

Migranti, la Lamorgese lancia l'allarme: "Flussi in aumento"

Quando è salita al Viminale, nell'agosto del 2019, il suo dicastero era quello maggiormente nell'occhio del ciclone politico. Luciana Lamorgese ha infatti preso il posto di Matteo Salvini e la vicenda immigrazione era la più dibattuta.

La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno fatto perdere molta di quella centralità che il ministero dell'Interno aveva assunto durante l'attuale legislatura. Gli occhi negli ultimi due anni sono andati di più su Palazzo Chigi, sul ministero della Salute e, a partire dall'attacco di Putin contro Kiev, sulla Farnesina. Luciana Lamorgese è stata silente e, al tempo stesso, anche ai margini dei riflettori.

Una posizione che forse a lei, tecnico non sempre abituato ai clamori della politica, non è dispiaciuta. Ma oggi è lo stesso ex prefetto di Milano a volersi ritagliare un ruolo nel lanciare in prima persona un nuovo allarme sull'immigrazione. Un'allerta che sarebbe figlia, secondo Lamorgese, dello spettro della crisi alimentare generata dalla guerra nel Mar Nero. Ma in realtà sul fronte migratorio il trend è in aumento già da anni. Non soltanto da quando la guerra è piombata nel cuore dell'Europa. I numeri in tal senso parlano chiaro.

L'allarme del Viminale

Intervenuta alla Nuova Fiera di Roma, dove si sta svolgendo il congresso della Cisl, Luciana Lamorgese ha messo in collegamento l'attuale crisi in Ucraina con il trend in aumento degli sbarchi in Italia.

A preoccupare la titolare del Viminale è la crisi alimentare generata dal conflitto. “Siamo preoccupati – ha dichiarato durante il convegno della Cisl – perché la situazione è grave per quei Paesi dell'Africa, come ad esempio la Tunisia e l'Egitto, che prendono il 50 per cento di cereali dall'Ucraina e dalla Russia e ora sono in difficoltà”.

Una preoccupazione che è stata alla base anche della telefonata di ieri tra il presidente del consiglio Mario Draghi e il presidente russoVladimir Putin. Non a caso nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi in cui è stato annunciato il colloquio tra con il leader del Cremlino, si è fatta specifica menzione alla crisi alimentare in atto.

“Il presidente Draghi ha telefonato ieri al presidente Putin – ha rimarcato il ministro nelle scorse ore – proprio per cercare di sbloccare la situazione che rischia di determinare una grave crisi umanitaria”. Lamorgese quindi ha messo in stretta correlazione la guerra in Ucraina con la nuova (ennesima) emergenza immigrazione alle porte. Il problema però è che lo spettro di un aumento degli sbarchi non è una novità del 2022. Da diversi anni, quando ci si avvicina all'estate, è possibile riscontrare in Italia un'impennata degli arrivi irregolari e un flusso di sbarchi in grado di mettere in allarme soprattutto i cittadini delle isole e delle regioni meridionali.

Numero di sbarchi già in aumento

Nel riportare la sua preoccupazione, Lamorgese ha fatto riferimento ai numeri emersi in questi giorni tra le stanze del Viminale. “Le ripercussioni ci saranno – si legge ancora nelle dichiarazioni del ministro – lo stiamo vedendo anche ora, con ripercussioni sui flussi migratori che stanno aumentando”.

Un'affermazione in linea con quanto osservato dal ministero dell'Interno nelle ultime settimane. Dopo infatti una diminuzione nel numero degli arrivi di migranti a inizio anno, il trend da aprile in poi è andato inesorabilmente verso un improvviso e importante aumento.

Dal primo gennaio a oggi, come emerso dai dati del Viminale, sono sbarcati nel nostro Paese 18.109 migranti. Nello stesso periodo del 2021, il numero si era fermato (ma era in realtà considerato già critico all'epoca) 13.863. Andando a guardare più nel dettaglio, si nota che buona parte dei migranti nel 2022 sono approdati in Italia tra aprile, in cui sono stati registrati 3.929 arrivi irregolari, e maggio, in cui i dati hanno attestato l'approdo di 7.348 persone.

A sbarcare maggiormente sono stati egiziani e tunisini, i Paesi cioè nominati da Luciana Lamorgese nel suo discorso. C'è quindi un'incidenza, al momento comunque lieve, delle crisi generate dalle carenze di grano ucraino in nord Africa. L'impressione però è che, con l'avanzare dell'estate, si andrà verso più grandi e importanti emergenze. Esattamente come accaduto nel corso degli ultimi anni.

Un trend che non ha conosciuto crisi

Soprattutto dal 2016 in poi, il primo anno di un biennio terribile sul fronte migratorio, in Italia il trend degli sbarchi è sempre stato in aumento. Un primo ridimensionamento del fenomeno si è avuto nell'estate del 2017, quella caratterizzata dagli accordi stretti con Tripoli e dal cosiddetto "codice delle Ong" voluto dall'allora ministro Marco Minniti. Poi nella seconda metà del 2018 il calo è stato ancora più drastico, fino a toccare i livelli minimi del numeri degli apprdi raggiunti nel 2019. A partire però dal settembre di quell'anno, mese in cui si è insediata Luciana Lamorgese, il trend è stato costantemente in aumento. Non ha mai toccato il record del 2016-2017, ma solo in due occasioni è apparso in lieve decrescita: nel marzo 2020, mese però caratterizzato dal lockdown per via della pandemia, e nei primi tre mesi del 2022.

Andando a vedere nel dettaglio la situazione, nel 2016 l'Italia ha assistito all'approdo irregolare di 181.436 migranti. Fino al dicembre di quell'anno al Viminale c'era Angelino Alfano, poi passato alla Farnesina quando si è insediato il governo guidato da Paolo Gentiloni. Al suo posto al ministero dell'Interno è andato Marco Minniti. Con lui il trend inizialmente non è risultato invertito. Al contrario, fino al giugno del 2017 il numero degli sbarchi è contenuato a crescere fino a toccare in quel mese la cifra di 23.526 migranti arrivati lungo le nostre coste. Poi, a partire dal luglio di quell'anno, un primo decremento originato probabilmente dagli accordi con Tripoli. Tuttavia il 2017 si è chiuso con più di centomila persone sbarcate.

Una prima vera svolta si è avuta solo nel 2018. Alla fine dell'anno infatti saranno "soltanto" 23.370 i migranti arrivati. Nel 2018 c'è stato anche un altro avvicendamento al Viminale: nel giugno a dirigere il ministero è arrivato Matteo Salvini dopo l'accordo politico che ha dato vita al governo Conte I. Dal giugno del 2018 fino a dicembre, gli sbarchi sono stati circa diecimila sui 23.000 complessivi calcolati nell'anno in questione. Il trend per i 12 mesi successivi è stato in netta discesa. Tanto che ad agosto del 2019, mese in cui poi è arrivata al Viminale Luciana Lamorgese, il dato relativo ai migranti approdati si è fermato a 5.089. Da lì in poi si è iniziata a registrare una nuova crescita. Tra settembre e ottobre del 2019 infatti, sono stati più di 6.000 le persone sbarcate.

Un trend poi proseguito in tutti gli anni successivi: nel 2020 in Italia sono arrivati irregolarmente 34.145 migranti, nel 2021 invece 67.040.

Il 2022, come detto, sta accusando un ulteriore incremento. La crisi in Ucraina incide ma, ancor di più, incide probabilmente una linea politica incapace negli ultimi tempi di dare un argine a un sempre maggiore afflusso di barconi.

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