Non c'è solo Favour: gli altri orfani del mare

Come Favour un altro bambino rimasto senza la mamma e la sorella, vittime di un naufragio

Non c'è solo Favour: gli altri orfani del mare

Ha undici anni e viene dall'Eritrea. È sbarcato in Puglia ieri, a Taranto. Era salpato sul barcone della speranza insieme alla mamma e alla sorellina. Col tempo favorevole, le mareggiate invernali sembravano ormai un pericolo evitato.

Ma ancora una volta il mare e la fuga infernale hanno tradito le speranze: il barcone si è ribaltato. Un altro naufragio. Il mar Mediterraneo, ormai cimitero senza fine, ha portato via mamma e sorella. Un altro orfano del mare.
È ancora impressa in tutti l'immagine di Favour che ha toccato il cuore di molti. Ha perso la mamma durante un altro naufragio e, rivestita con una maglietta e una gonna a pieghe di jeans, era allattata col biberon, in braccio ad una poliziotta italiana. Gli occhi neri, grandi e profondi. Gli stessi in cui rimarrà la profondità del mare che le ha strappato la sua giovane mamma.

Così Diarrà (per tutela del minore abbiamo preferito usare un nome di fantasia), ora ospitato nella sede di un'associazione di promozione sociale, aspetta di trovare una famiglia e un po' di affetto che dia un senso a tutto questo male.

Sono loro gli orfani del mare, a decine come i loro coetanei che non ce l'hanno fatta e restano in fondo al mare. L'altra faccia dell'immigrazione. La più feroce. Favour, Diarrà, e come loro tanti altri, sono uno schiaffo in faccia, il più sonoro e bruciante, contro l'Europa che costruisce i muri anti-immigrati.

Avranno una nuova vita, portando per sempre nei loro occhi quell'abisso scuro e profondo. E il colore arancione dei giubbotti di salvataggio, di quelli che Papa Francesco ha mostrato in udienza, richiamando il mondo intero alle proprie responsabilità verso chi soffre.

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