L'altra metà delle Stelle

È un dato di fatto che in Italia e soltanto in Italia la politica sia una cosa buffa e tragica

L'altra metà delle Stelle

È un dato di fatto che in Italia e soltanto in Italia la politica sia una cosa buffa e tragica: due aggettivi che non si adattano ad alcuna altra liberaldemocrazia del mondo. Tuttavia, questo è il mazzo con cui giocare e dunque stiamo al gioco nel fortilizio della ragione e al riparo dal ridicolo. Le vicende dei Cinque Stelle sono appassionanti come le storielle di Pierino all'età delle elementari e siamo deliziati dalla dialettica strapaesana di molti di loro. Ma stiamo ai numeri. Il problema per molti è come convincere Draghi a restare. Per altri è come far fuori il drago e prenderne il posto.

Noi siamo dell'idea che la situazione unica e terrificante in cui si trova oggi l'Italia, più ancora del resto del mondo, fra peste, guerra e carestie, richieda ogni sforzo per mantenere ancora per qualche mese Mario Draghi a Palazzo Chigi. Poi saranno le elezioni a dare a Giuseppe Conte quel che merita.

È verissimo che gli italiani sono stati espropriati per anni del diritto di esprimersi col voto come un vero popolo sovrano, ma è altrettanto vero che stavolta siamo in mezzo a un guado pieno di bestiacce carnivore e sabbie mobili che prima non esistevano, come la ripresa del virus, una guerra di aggressione che va fermata e una crisi economica, che richiedono virtù, polso fermo ed esperienza, qualità per cui Draghi ha accumulato crediti nazionali e internazionali. C'è però la pregiudiziale dei Cinque Stelle: Draghi si è impegnato a non fare governi con maggioranza diversa da quella originaria, che comprendeva i Cinque Stelle. I quali però, a colpi di scissioni, insulti e parolacce, stanno mettendo a ferro e fuoco la politica di governo e la sicurezza stessa del Paese. Il centrodestra oggi sembra orientato sulle elezioni anticipate per ottime ragioni, ma a noi sembra che questa area maggioritaria, ma ancora spezzettata, abbia ancora bisogno di un vero rafforzamento liberale ed europeista.

Ciò che ci sembra più interessante, considerate le carte del mazzo, è un evento prodigioso: i Cinque Stelle, a forza di affettarsi come un melone, hanno finito per mostrare una inaspettata e miracolosa corposa fronda favorevole al governo a cominciare dalla pattuglia che sta con il maturato Di Maio, fino alle più recenti scelte anti-Conte. E questo è il nuovo panorama possibile: volendo, e sulla base dei dati reali, Draghi potrebbe ancora essere l'espressione di una maggioranza che includa i Cinque Stelle del ramo governativo, ormai quasi prevalente nel Movimento. Naturalmente, perché un tale schieramento funzioni, è indispensabile che siano d'accordo tutti i partiti, compresa la Lega che sembra la più tentata dall'opzione delle urne.

Opinioni legittime, ma vale la pena ricordare che la crisi di governo italiana sta mandando in brodo di giuggiole il Cremlino, soprattutto quello spaccone di Medvedev che brinda pubblicamente alla caduta di Boris Johnson a Londra e di Mario Draghi a Roma. Sarebbe utile renderlo astemio.

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