Ha portato la 12enne figlia della compagna in cima a un viadotto della A14, a circa 40 metri d'altezza. L'ha costretta a scavalcare il parapetto, poi ha lasciato che cadesse nella scarpata, mentre lui restava aggrappato alla rete di protezione. E quando sono arrivati i soccorsi, Fausto Filippone ha minacciato per sei ore di lanciarsi anche lui nel vuoto se i soccorritori avessero provato ad avvicinarsi o - peggio - spostare il corpo della ragazzina.
La trattativa non è andata a buon fine, dal momento che il 49enne si è tolto ugualmente la vita, gettandosi proprio nel momento in cui i soccorritori avevano iniziato a gonfiare il tappeto che poteva salvargli la vita.
Intanto sui social montava la protesta degli utenti, indignati dal fatto che i soccoritori hanno ceduto al "ricatto" dell'uomo e non siano accorsi immediatamente a constatare le condizioni della 12enne: "Non mi do pace. Se c'era anche solo una possibilità su un miliardo che la piccola si salvasse vorrei capire perché non sono intervenuti subito (alle 13.30) i soccorritori. PERCHÉ?!", si chiede un'utente. "Sembrerebbe (ed utilizzo volutamente il condizionale sperando di essere smentito) che la vita di una bambina di 10 anni valga meno di quella di un folle bastardo", scrive un altro.
Sulle condizioni della piccola fin dall'inizio non c'erano molte speranze: a distanza non dava segni di vita e il suo
corpo era in una zona di campagna, in un terreno al di sotto del viadotto, accanto ad un pilone. Quando i medici sono riusciti a raggiungerla hanno constatato che è morta sul colpo e non avrebbero potuto fare nulla per lei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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