A Vittoria, in provincia di Ragusa, due cuginetti stanno giocando nella via di casa loro. È l'11 luglio 2019, fa caldo di sera e i bambini, Alessio e Simone D'Antonio, vogliono stare fuori fino a tardi. Sono le circa le 21 e all'improvviso si sente un boato che richiama l'attenzione dei residenti di via IV Aprile. Le risate festose dei due 11enni vengono strozzate da una macchina che li travolge in pieno. Si tratta di una Jeep Renegade fiondata a folle velocità. La morte prematura porta dolore e sofferenza e l'intera comunità si stringe attorno al dolore dei genitori.
Oggi, a quasi 3 anni dalla tragica perdita, la ferita è stata riaperta: il guidatore del veicolo che ha travolto i due cuginetti, si trova già fuori dal carcere.
Il caso
Rosario Greco era stato condannato per omicidio stradale per aver ucciso i due bambini. Uno è morto sul colpo e l’altro, ricoverato in gravissime condizioni in ospedale, è deceduto il giorno dopo. I soccorritori avevano fatto il possibile per aiutarli, ma arrivati sul posto avevano già capito che la loro situazione fosse gravissima. L’auto aveva infatti tranciato gli arti inferiori di entrambi i bambini.
Dopo averli investiti, Greco si era dato alla fuga senza prestare soccorso ed era stato trovato poco dopo. Gli esami tossicologici avevano accertato la presenza di un tasso alcolemico quattro volte superiore ai limiti di legge. Questo il motivo per cui l'uomo aveva perso il controllo del proprio Suv durante una manovra azzardata di sorpasso in un incrocio.
"Una giustizia ingiusta"
Il reo confesso era stato condannato a 9 anni, nonostante il grido disperato dei genitori che avrebbero voluto "vederlo marcire in carcere". Greco, però, figlio del boss vittoriese Elio, dopo soli tre anni è gia libero e sta scontando la pena nella sua residenza a Vittoria. A marzo la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a 9 anni di reclusione per "vizio di motivazione" dell'appello, concernente il rigetto della perizia psichiatrica richiesta dalla difesa. Per questa ragione Greco dovrà restare ai domiciliari in attesa di un altro processo.
"Siamo arrabbiati e delusi - dice Alessandro D'Antonio, padre del piccolo Alessio -. Questa è una giustizia ingiusta. Non capiamo quale motiva possa aver trovato il giudice per concedere i domiciliari". L'uomo si scaglia anche contro il magistrato che ha promulgato l'assurda sentenza: "Non ha visto il filmato dell'investimento? Non ha seguito il caso, non sa che sono morti due bambini? O ci sono altre ragioni? Non sono trascorsi nemmeno tre anni".
I bambini oggi avrebbero 14 anni, "l'età dei progetti. Avremmo dovuto festeggiare, pensare al patentino, al motorino. E invece abbiamo celebrato la messa di suffragio. E mentre noi scontiamo il nostro 'ergastolo' a vita, chi li ha uccisi lascia il carcere. Questo non posso accettarlo.
È questo lo Stato? È questa la giustizia? Siamo molto arrabbiati. Qualche mese fa hanno annullato il processo in Cassazione, che ora dovrà essere rifatto. Ora la notizia della scarcerazione. Lo Stato ci ha deluso per la terza volta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.