L'avvocato del caso Caruso: "Persone oneste condannate per colpa dei pm onnipotenti"

Un altro caso, quello di Giuseppe Caruso. Attende sentenza il 27 ottobre: l'uomo rischia 27 anni di carcere per aver ucciso un ladro

L'avvocato del caso Caruso: "Persone oneste condannate per colpa dei pm onnipotenti"

Quanti sono i casi come quelli di Graziano Stacchio, di Ermes Mattielli o del pensionato di Vaprio D'Adda. Uno di questi si chiama Giuseppe Caruso (71 anni) ed è in attesa di conoscere la sentenza dopo anni di calvario giudiziario. L'accusa ha chiesto 21 anni e 6 mesi di carcere per l'omicidio volontario di Roberto Grasso (26 anni).

Dopo numerose rapine nel suo fondo agricolo, il 25 aprile 2013 Caruso ha colpito a morte quel ladro che gli aveva sconvolto la vita. Secondo il pm, però, non fu leggittima difesa, ma quasi una esecuzione: l'anziano si sarebbe appostato - sostiene il Pm -, avrebbe colpito il ladro di spalle e senza alcuna colluttazione. Ma la difesa dell'imputato non la pensa così. Abbiamo intervistato il suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera. Il quale a partire dalla vicenda Caruso analizza tutta la questione della legittima difesa: "Il problema - dice - non è la legge, ma i magistrati: che la interpretano come vogliono".

"Nel caso specifico - racconta Lipera - ci fu una colluttazione tra Caruso e il giovane ladro, perché dopo i primi avvertimenti l'intruso non si fermò. L'uomo era con coperto dal casco, non ha desistito agli avvertimenti e così durante il corpo a corpo sono partiti dei colpi che lo hanno ferito a morte".

E come mai l'accusa ha chiesto addirittura 21 anni di carcere?
"Sostengono sia stata 'giustizia fai da te'. E' una richiesta che non sta né in cielo né in terra. Ho provato a spiegare che si può considerare tale solo il caso in cui, dopo un torto, l'interessato vada a casa, si armi e poi torni per compiere il delitto. Ma se il tutto avviene in un istante e per di più con violazione di domicilio, questa allora è legittima difesa".

C'è uno squilibrio nella legge tra pene inflitte a chi commette i furti e a chi si difende?
"Le leggi sono equilibrate, dipende solo ed esclusivamente da chi le interpreta: ovvero dal giudice. E' l'deologia di certi magistrati a decidere se questo o quel caso è omicidio volontario e non legittima difesa. Non scherziamo! Omicidio volontario è quando io decido 'volontariamente' di uccidere una persona, non se reagisco per difendermi".

L'eccesso di legittima difesa non è troppo penalizzante nei confronti di chi cerca di difendersi?
"Anche lì dipende da chi interpreta. E' chiaro che se ricevo uno schiaffo e prendo un kalashnikov per rispondere, è evidente ci sia un eccesso di difesa. Ma se un uomo entra in casa mia o nel negozio armato, deve attendersi una reazione".

Chi è la vittima e chi il carnefice in questi casi?
"Le vittime sono coloro i quali applicano il diritto naturale a difendere se stessi, i propri cari e le prorie cose. Pensi che nel caso di Caruso, il ladro aveva numerosi precedenti tra cui violenza nei confronti dei genitori disabili. Eppure vogliono condannare il pensionato. Si accaniscono nei confronti del cittadino incensurato: è una cosa inconcepibile".

Quando invece devono giudicare chi commette furti e scorribande...
"Penso che ad un rapinatore avrebbero inferto una pena inferiore. Quando sono i ladri a commettere omicidi, se ne escono con frasi del tipo: 'Ma lui non voleva uccidere, diamogli le attenuanti'. Questa è ideologia".

Lei cosa farebbe nel caso qualcuno le entrasse in casa?
"Reagirei allo stesso modo di quanto fatto dal pensionato di Vaprio D'Adda: uccidendo il malvivente".

Chiederanno per lei 21 anni di carcere per omicidio volontario, come per Caruso.
"Esatto. E lo fanno senza nemmeno riconoscere le attenuanti generiche. Questo sa perché accade? Perché i magistrati possono fare quello che vogliono. Mentre il cittadino no, condannato anche se agisce per difesa".

Ma è vero che viene aperto un procedimento per omicidio volontario per "dare ampie capacità di indagine agli investigatori", come spesso si sente dire?
"E' una delle tantissime bugie che girano. Non c'è alcun bisgono. Io - nel caso del pensionato di Vaprio D'Adda - non avrei nemmeno aperto un fascicolo per eccesso colposo di legittima difesa. Ma i magistrati fanno quello che vogliono, si sentono come dei padreterni".

E' un mondo al contrario...
"A Catania si dice: è un mondo storto. Da ciò nasce la sfiducia nella giustizia, perché i criminali vengono graziati e le brave persone sbattute in galera. La magistratura sta subendo un rapido degradamento. Sa perché?"

Mi dica.


"Perché si permette a giovani inesperti di diventare magistrati. Conosco casi di aspiranti giuristi che hanno deciso di studiare legge per 'diventare Pm come Di Pietro'. Le conseguenze non possono che essere deleterie".

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