Prima la Libia, poi la Siria, infine l'Egitto. Ogni volta che si registrano tensione nei paesi del Nord Africa, ma non solo, ecco che i prezzi dei carburanti volano. Secondo i dati diffusi dall’Up, il prezzo medio annuo della benzina nel 2012 è stato di 1,787 euro, il più alto di sempre in valori correnti, mentre il
record a prezzi attualizzati è del 1977 (1,9 euro). Il gasolio, con 1,705, tocca invece il record storico in entrambi i valori. Eppure, nonostante gli osservatori parlino di effetto Medio Oriente, se si vanno a vedere le cifre ecco che il grosso degli aumenti si deve alla componente fiscale.
Stando alla rilevazione di Staffetta Quotidiana, sulla rete durante il fine settimana a mettere mano ai listini sono state Eni e Q8, con un +1 centesimo su entrambi i prodotti che salgono così a quota 1,845 e 1,837. In rialzo anche Esso (+0,5 sia su benzina che su gasolio), IP (+0,5 la benzina) e TotalErg (+1 la verde). Aumentano quindi ancora le medie ponderate nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito, con la verde che raggiunge quota 1,831 euro/litro (+0,7 centesimi) e il diesel a 1,726 euro/litro (+0,6 centesimi). Per la benzina si tratta del valore più alto dal 12 aprile, per il diesel dal 30 maggio. Fermo il Gpl a 0,779 euro/litro mentre scende il metano a 0,987 euro/kg (-0,1 cent).
Gli aumenti dei carburanti negli ultimi giorni, con le tensioni in Egitto, "sono del tutto ingiustificati" e "rappresentano un evidente danno economico per gli automobilisti", tuona il Codacons, annunciando che farà "un nuovo esposto alle Procure di Roma e Milano, già incaricate di indagare sulle speculazioni legate ai carburanti, per verificare se gli ultimi rincari dei listini possano configurare fattispecie penalmente rilevanti, come la truffa agli automobilisti".
"Le tensioni in Egitto non possono ripercuotersi sui prezzi di benzina e gasolio venduti oggi nel nostro paese. Questo perché i carburanti erogati in questi giorni dai distributori italiani sono stati acquistati dalle compagnie petrolifere settimane, se non mesi fa, ossia quando la situazione dell’Egitto rientrava ancora nella normalità.
Le conseguenze degli scontri egiziani sulle quotazioni del petrolio, e quindi sui prezzi alla pompa, dovrebbero registrarsi non nell’immediato, ma solo nelle prossime settimane", ha aggiunto l’associazione dei consumatori.
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