Lerner dice "viva Soros!" in tv: "Investe per le Ong e per i rom"

Il giornalista si lancia in un elogio di Soros, anche quando Formigli gli ricorda il pesante danno economico che portò la Lira in ginocchio nel 1992 a causa di una sua speculazione: “Lo hanno fatto in molti”

Lerner dice "viva Soros!" in tv: "Investe per le Ong e per i rom"

Intervenuto a “Piazza pulita” su La7, Gad Lerner scopre le carte e si dice profondo ammiratore dell’opera filantropica messa in piedi dal magnate ebreo George Soros.

Nel momento in cui iniziano ad emergere i lati oscuri delle Ong che operano nel Mediterraneo c’è ancora chi le difende a spada tratta. “Mi chiamano servo di Soros, vorrei dire viva Soros!”, ha proclamato il giornalista di origini libanesi. “Di finanzieri ce ne sono a centinaia, ma lui investe in Ong e in fare integrazione. Diranno che mi paga per dirlo”.

Formigli cerca di arrestare il suo entusiasmo riportando alla mente il grave dissesto economico che provocò nel 1992 la manovra speculativa del fondatore della “Open society foundation” ai danni della Banca d’Italia. Una perdita valutaria pari al 30% del valore complessivo della Lira italiana, un danno di circa 48 miliardi di dollari. Cosa che provocò l’uscita dal sistema monetario europeo (Sme) e che costrinse poi a recuperare 93 miliardi di lire per potervi rientrare, grazie anche ad un pesante sistema di tassazione che portò fra l’altro all’istituzione della tassa sulla casa (Ici).

“Ha fatto a pezzi l’Italia”, ricorda Formigli, ma non fa presa su un Lerner capace di trovare comunque uno spunto di difesa in favore di Soros: “Lo hanno fatto in molti”. Come se un’affermazione del genere potesse cancellare quanto accaduto.

“È un ricco speculatore che, memore delle proprie origini (da bambino scampato ai nazisti e fuggito dall’invasione dei comunisti a Budapest) ha deciso di investire una parte dei miliardi guadagnati nelle Ong, nel finanziare una bella Università a Budapest, progetti per l’integrazione dei rom. Questo lo rende il mostro della tecno-finanza di cui tutti parlano.

Sarebbe il fulcro di una tenaglia che stritola e depreda l’Italia, poverina, la grande proletaria alla quale dovremmo tutti quanti essere leali”. E anche qui, finalmente, il giornalista rivela le proprie carte e quanto gli stia a cuore il destino del nostro Paese.

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