L'Europa congela il patto di Stabilità

Il premier avvocato tentenna e il caos aumenta. Chiudere tutto? Sì, no, sì, forse vedremo. Mettere in campo l'esercito? Può essere, ma anche no, semmai a piccole dosi.

L'Europa congela il patto di Stabilità

Il premier avvocato tentenna e il caos aumenta. Chiudere tutto? Sì, no, sì, forse vedremo. Mettere in campo l'esercito? Può essere, ma anche no, semmai a piccole dosi. Chi è nel cratere dell'epidemia i governatori e i tecnici medici delle regioni del Nord non ha dubbi: serve da subito un altro giro di vite, altrimenti non ne usciamo. Il governo non se la sente e prende tempo, addirittura pensa di abdicare ad alcuni suoi poteri esclusivi e concederli alle Regioni, il che vorrebbe dire avviare - se non una secessione della famigerata Padania - almeno una autonomia di fatto del Nord, benedetta ma mai votata dal Parlamento.

Vedremo come va a finire ma la domanda è: quanto vale, in termine di diffusione dell'epidemia, ogni ora di ritardo nelle decisioni? Quanto valgono giorni di ritardo, quante energie e tempo si sottraggono in estenuanti braccio di ferro con Roma? Siamo convinti che non sia il momento di divisioni politiche e che ognuno nel suo campo debba collaborare con il governo centrale. Ma il presupposto di un simile atteggiamento è che il governo collabori con le istituzioni periferiche e con le opposizioni. Se non accadrà velocemente, ognuno andrà per la sua strada (Veneto e Lombardia lo stanno per fare) e sarà il caos.

Tutti questi rimpalli e questi «vorrei ma non posso» generano poi un altro pericoloso fenomeno: l'effetto annuncio. «Potremmo nel week-end chiudere i supermercati», e la gente si accalca alle casse. «Sarebbe il caso di chiudere le aziende», e il mondo del lavoro va in confusione più di quanto già lo sia. E via dicendo.

Bisognerebbe fare l'inverso, cioè prima firmare un decreto a effetto immediato e poi annunciarlo (come ha fatto ieri il governatore Zaia). E la democrazia, qualcuno può obiettare, dove la mettiamo? Risposta: al servizio dei cittadini che per prima cosa non devono infettarsi, dei medici che non ce la fanno più, dell'economia che non merita un'agonia ma un'uscita il più veloce possibile dalla crisi.

Prendiamo

atto che non abbiamo un comandante in capo né un governo forte e autorevole. E che un beffardo destino sta per fare realizzare al Pd e ai Cinque Stelle il sogno leghista di Bossi: Roma incapace, Padania libera e autonoma.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica