La lezione dell'imprenditore allo Stato: soldi a chi decide di far figli

Il barone Vitantonio Colucci ha deciso di donare 300 euro al mese per un anno ai dipendenti che decideranno di avere un figlio. Oltre a 6mila euro una tantum

La lezione dell'imprenditore allo Stato: soldi a chi decide di far figli

"La famiglia è il teatro del dramma spirituale, il luogo dove tutto succede e dove specialmente accadono le sole cose che hanno importanza". Così scriveva Gilbert Keith Chesterton, uno dei più brillanti scrittori britannici, per descrivere quel microcosmo che è la famiglia. Una realtà, quest'ultima, bistrattata da tutti. Soprattutto dallo Stato, che sembra fare il possibile per osteggiarla.

Ma andiamo con ordine e, come per tutti fenomeni sociali, guardiamoci attorno. Partiamo dalle case. Non quelle vecchie, che ancora hanno tagli e metrature civili. Guardiamo quelle di nuova costruzione. Spesso ci troviamo dentro loft di 90 metri quadri (quando va bene) divisi su due piani: cinquanta al primo e quaranta al secondo. Le camere sono situate al piano superiore, mentre il bagno a quello inferiore e così c'è il rischio che i figli, soprattutto se piccoli, si schiantino cadendo da una scala che ha mediamente una pendenza del 75%. Impossibile vivere così.

Scavando la superficie del problema per spostarci più in profondità, notiamo poi che chi desidera una famiglia può contare solamente sui parenti più stretti, in particolare sui nonni, spesso costretti a fare i baby sitter a tempo pieno. Perché due stipendi spesso non bastano - figurarsi uno solo - e tutti devono (giustamente) darsi da fare per portare a casa la pagnotta, dividendo così oneri e onori. Lo Stato latita fornendo pochi e mal organizzati aiuti. Sono lontani i tempi in cui le nostre nonne ci raccontavano dei soldi inviati dal Duce, vagli a spiegare che si trattava di qualche ras locale, per celebrare la nascita di un figlio (poi spedito a farsi ammazzare al fronte). Lo Stato oggi non sa che farsene della famiglia. E forse è meglio così, visti il precedente.

Eppure, se guardiamo i dati vediamo che il nostro Paese sta per scomparire. In questo inverno demografico, crudelmente descritto dai numeri dell'Istat, notiamo che anche gli immigrati, gli unici che fino a tempo fa si prendevano ancora la briga di far figli, hanno cominciato a battere la fiacca. Un disastro insomma. Ma non può piovere per sempre, come afferma Brandon Lee ne Il Corvo.

Per fortuna, registriamo spiragli di luce. Oggi Il Corriere della Sera racconta la storia di un imprenditore pugliese, il barone Vitantonio Colucci, che ha deciso di donare 300 euro al mese per un anno ai dipendenti che metteranno al mondo un figlio (oltre ai 6mila per la nascita). "Ho deciso di istituire questo nuovo bonus - ha detto il barone - perché noto con rammarico che lo Stato non dedica particolare attenzione al drammatico calo demografico che continua a investire l’Italia. La somma che metto a disposizione dei miei dipendenti aiuterà ad affrontare le prime più indispensabili spese che comporta l’arrivo di un neonato". Dietro a questa iniziativa, però, non c'è solamente il desiderio di voler fermare la crisi demografica che ha colpito il nostro Paese. C'è anche qualcosa di più. Il bonus, infatti, si chiamerà "Premio nascita Lilly Colucci", in memoria della figlia dell'imprenditore prematuramente scomparsa.

Un genitore non dovrebbe mai vedere morire i propri figli. È un qualcosa che ripugna e che colpisce al cuore. Se vogliamo è anche contro natura. Ma talvolta accade e provoca un vuoto. Che può rimanere tale oppure dare frutto. Come nel caso del barone Colucci, che ci ricorda l'importanza dei figli.

E che la nobiltà è una questione innanzitutto di doveri, soprattutto nei confronti del prossimo. Noblesse oblige. "Vivere a proprio gusto è da plebeo. Il nobile aspira a un ordine e alla legge", scrisse Goethe. Oggi, noi, più semplicemente, diciamo grazie.

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