L'imprenditore edile Andrea Calevo è di nuovo libero. Rapito il 17 dicembre scorso dopo una rapina nella sua villa a Lerici (in provincia di La Spezia) il 31enne a capo della società edile di famiglia è stato tratto in salvo grazie a un'operazione congiunta di polizia e carabinieri. Al momento ci sono state fermate già tre persone (l'imprenditore edile di Sarzana Pierluigi Destro, che abita nella casa dove il collega era sequestrato, e un paio di albanesi) ma gli inquirenti sono convinti che alla banda fossero affiliati almeno altre due pregiudicati
Tornato in libertà Calevo è stato accompagnato a casa dal capo della squadra mobile di La Spezia, Girolamo Ascione. "Il giovane - ha detto Ascione - sta bene". Agli investigatori ha affidato poche parole: "Sto bene, voglio rivedere mia madre". Patron della società edile Calevo Nestore & Figlio srl fondata 120 anni fa dal bisnonno, Andrea Calevo era stato portato via da tre rapinatori che lo attendevano in casa dopo aver immobilizzato e legato la madre. Il 31enne imprenditore è stato liberato grazie a un'operazione coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Genova e seguita personalmente dal prefetto Gaetano Chiusolo, direttore della Direzione centrale anticrimine (Dac). "Non so niente perché non vedevo televisioni né giornali", ha raccontato Calevo ai microfoni del Tg1 dopo essere stato accolto da un caloroso applauso di quanti lo attendevano davanti alla sua casa di Lerici.
Secondo quanto trapela in procura a Genova, prima di Natale la famiglia Calevo ha ricevuto una lettera con la richiesta di riscatto: otto milioni. Al momento della rapina, i banditi che lo avevano sequestrato erano riusciti a impadronirsi del contenuto della cassaforte di casa e a portarsi a casa circa 3mila euro. Un bottino che, probabilmente, non era stato ritenutio sufficiente e aveva spinto i malvimenti a squestrare Calevo. A quanto si apprende, il giovane imprenditore è stato trovato in una cantina di Sarzana, non lontano da casa sua: il proprietario è, appunto, uno dei sospettati. Le ricerche delle forze dell'ordine erano state, infatti, concentrate sin dall'inizio nell'area tra La Spezia e Massa Carrara. "Non avevo orologio e non riconoscevo il tempo", ha raccontato Calevo che nei giorni scorsi aveva scritto anche una lettera ai familiari che, però, non era stata inviata.
"La mattina mi svegliavo e riuscivo a fare un po' di flessioni, ma il tempo non passava, non lo riconoscevo. Pensavo che oggi fosse già il primo gennaio", ha concluso il giovane prima di ringraziare le forze dell'ordine per il lavoro svolto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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