L'indicazione da rispettare

I tempi della politica possono costituire un rito bizantino snervante per i cittadini che richiedono risposte immediate.

L'indicazione da rispettare

I tempi della politica possono costituire un rito bizantino snervante per i cittadini che richiedono risposte immediate. Ma, per contro, possono risultare rapidi quando il quadro è chiarissimo, come adesso. Anche gli antifascisti più incalliti o gli anti italiani di professione considerano già Giorgia Meloni come il presidente del Consiglio, ancor prima di ricevere l'incarico dal Colle. Una tale percezione di massa non è legata all'entusiasmo dei sostenitori o alla rassegnazione dei detrattori, ma all'essenza incontestabile della democrazia: una larga vittoria elettorale. I 12.300.244 voti ottenuti dal centrodestra targato Meloni-Salvini-Berlusconi assegnano ai moderati il diritto-dovere di guidare il Paese, senza inciuci o tentazioni di imbarcare forze estranee alla coalizione.

L'emergenza resta, dal caro bollette alla guerra innescata dalla Russia, cambia però il modo di affrontarla secondo la netta indicazione dei cittadini. Si è chiuso il ciclo dell'unità nazionale, come è svanita la necessità di un governo tecnico, quasi neutrale, riconducibile al presidente della Repubblica. Tocca ai vincitori fornire le risposte agli elettori tramite lo strumento più opportuno: un esecutivo politico. Non una parata di figurine, ma una compagine rappresentativa di tutte le anime dell'alleanza, la chiave per durare l'intera legislatura e risultare in sintonia con il Paese.

Il centrodestra ha i numeri in Parlamento e una classe dirigente adeguata ad affrontare l'eccezionalità del momento. Si stanno delineando le trattative tra i leader e i partiti per la formazione dell'esecutivo, ma non sono più i tempi delle nottate tra tazze di caffè e fumo di sigarette in cui i segretari cercavano di spuntare più posti. Per questo appare quasi fuori stagione il dibattito sul ricorso ai tecnici per i ministeri di prima fascia, quasi non finisse mai il tempo della supplenza della società civile. Una larga maggioranza può procedere in autonomia, senza complessi di inferiorità, anche nei confronti delle eccellenze italiane. Appaiono inevitabili innesti esterni in alcuni ruoli chiave, l'importante è che non siano solo economisti e professori a caratterizzare il nuovo corso all'insegna della legittimazione popolare.

Altrimenti che differenza ci sarebbe con un governo tecnico? La sintonia con la Nazione, come la definisce patriotticamente Giorgia Meloni, passa anche per un'identità politica approvata alle urne. È questo l'autentico punto di forza: va esibito più che mascherato.

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