L'ira di Bertolaso: "I vaccini non si scelgono come la salsa di pomodoro"

Nel mirino di Guido Bertolaso, consulente per la campagna vaccinale della Lombardia, un servizio del Tg1 sulla somministrazione dei farmaci anti-Covid

L'ira di Bertolaso: "I vaccini non si scelgono come la salsa di pomodoro"

"Ci sono diverse categorie che possono fare un vaccino rispetto a un altro ma se continuiamo con questa mentalità, che io mi vaccino solo quando posso fare un certo tipo di vaccino, questo Paese non va da nessuna parte. Non siamo al mercato dell'automobile o al supermercato dove scegliamo l'auto o la salsa di pomodoro". È quanto ha affermato nel corso dell’evento "Turning Point- Salute Direzione Nord" alla Fondazione Stelline di Milano Guido Bertolaso, consulente per la campagna vaccinale della Regione Lombardia, in riferimento ad un servizio di ieri del Tg1 nel quale una donna raccontava di aver prenotato 4 volte il vaccino AstraZeneca finché non le è stata somministrata una dose di Pfizer invece del farmaco anglo-svedese.

L’ex capo della Protezione Civile non nasconde il suo fastidio per la vicenda."'Capita quel che capita’, come dice Mario Draghi che si è fatto AstraZeneca. Invece attraverso il telegiornale più importante del nostro Paese spieghiamo agli italiani che c'è il trucco, per cui se tu vuoi ti prenoti, attivando un servizio pubblico, che poi dopo cancelli quando vedi che ti fanno AstraZeneca, poi riprenoti e poi ti ricancelli, ma che siamo la lotteria di Capodanno?". Secondo Bertolaso questo è un atteggiamento completamente sbagliato in quanto, a suo dire, non fa altro che generare disorientamento e paure nell’opinione pubblica in merito alla campagna di immunizzazione. "Questa è la più grossa difficoltà che abbiamo, spiegare agli italiani che i vaccini sono tutti uguali. O qui ci mettiamo in testa che siamo davanti alla più importante operazione di sanità pubblica del nostro Paese che è un dovere civico e sociale di tutti gli italiani oppure questo Paese non va da nessuna parte", ha inoltre spiegato il consulente.

Quest’ultimo, sollecitato dai cronisti presenti all’evento, ha sottolineato che le sue dichiarazioni non sono state molto dure ma che con quelle parole ha voluto esprimere un giudizio "da addetto ai lavori". Lo stesso Bertolaso ha ammesso che ognuno debba fare il proprio mestiere però "prima di andare in onda certi servizi bisogna a mio modesto avviso anche cercare di comprendere quali possano essere le conseguenze". Certo, ha poi precisato l’ex capo della Protezione Civile, "l'informazione è libera, io il Tg1 lo guardo tutte le volte che riesco, quando posso perché a quell'ora lavoro ancora. Ma dobbiamo convincere tutti gli italiani a vaccinarsi, perché questa è la nostra parola d'ordine".

L’immunizzazione della popolazione è la grande sfida che l’Italia deve affrontare oggi. Un lavoro non facile ma necessario perché, come ha evidenziato ancora Bertolaso, "se non ci vacciniamo tutti, il Covid-19 non ce lo togliamo di dosso". Per il consulente una volta che ci si è convinti di questo allora "ognuno deve fare il proprio mestiere: si può dire che ci sono alcuni contrari ai vaccini, si può dire che si teme che un vaccino sia meno efficace degli altri". Per Bertolaso, però, ci sono tempi e tempi. Nella fase attuale "così delicata bisogna anche incentivare le persone ad andare a vaccinarsi perché la scienza e i comitati tecnici, l'Europa e tutti i premi Nobel dicono che il vaccino è sicuro, qualsiasi tipo di vaccino e quindi per favore facciamolo".

Infine un pensiero Bertolaso lo riserva anche al grande lavoro compiuto dalla Lombardia nella campagna di immunizzazione della popolazione.

L’ex capo della Protezione Civile ha garantito che a fine giugno la Regione avrà pronta la sua campagna vaccinale di richiami per la quale "abbiamo già preparato un titolo 'Campagna invernale di richiami'", utile "anche a fronte delle varianti in circolazione". Un programma preciso che prevede tempi, procedure, modalità e costi definiti.

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