L'Onu mette nel mirinol'Europa e interviene a gamba tesa sul caso Sea Watch. L'inviato speciale Unhcr per il Mediterraneo Centrale, Vincent Cochetel, ha di fatto chiesto una soluzione rapida per dare un porto di sbarco sicuro ai migranti che si trovano a bordo della nave dell'ong. Come è noto si tratta di 43 migranti che sono stati salvati dall'Ong in quel tratto di mare che separa la Libia dall'Italia. Subito dopo il salvataggio era stato messo a disposizione dei libici il porto di Tripoli. La sEa Watch ha però rifiutato. L'Ue si è schierata dalla parte della nave buonista bocciando l'ipotesi di un attracco in Libia.
E adesso però proprio l'Ue è entrata nel mirino delle critiche dell'Onu: "L’Europa ha svolto un ruolo fondamentale nella creazione dell’architettura legale che sorregge il diritto internazionale in materia di asilo - ha dichiarato Vincent Cochetel, Inviato Speciale Unhcr per il Mediterraneo Centrale - ed è giunto il momento di invocare quella storia gloriosa di assistenza alle persone in fuga da guerre, violenza e persecuzione, e di permettere ai rifugiati soccorsi di scendere a terra in sicurezza". L’Unhcr ha ribadito inoltre che "nessun porto in Libia può essere considerato sicuro in questo momento e che nessuna persona soccorsa nel Mar Mediterraneo dovrebbe essere riportata in quel Paese.
Sono necessari - aggiunge - sforzi rinnovati per sviluppare un approccio regionale alla gestione del soccorso nel Mediterraneo e del successivo sbarco". Insomma adesso nel caso Sea Watch interviene anche l'Onu che di fatto prova a sferzare l'Europa perché trovi una soluzione in tempi rapidi per la sorte di questi migranti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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