Non solo produttori, star del cinema e politici internazionali. Lo scandalo delle molestie sessuali, nei mesi scorsi, ha coinvolto anche le Nazioni Unite. Ma dopo l'inchiesta del Guardian, che ha rivelato i presunti abusi sessuali perpetrati da alti funzionari dell'Onu, niente è cambiato. Secondo quanto rivelato dal quotidiano britannico nel periodo tra luglio e settembre 2017, gli episodi di violenza in cui sono stati coinvolti i caschi blu sono stati 31, mentre nel 2016 sono state raccolte 80 segnalazioni.
Da parte dell'Onu però nessuna scusa o passo indietro. Anzi, con un nuovo report, il Palazzo di Vetro ha spiegato chi sono le vere vittime. Come riporta La Verità, il problema è chi critica gli attivisti e crea così un "ambiente ostile" alle Ong. Questo è quanto sostiene il relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, Michael Forst.
Nel suo mirino i leader che usano gli immigrati per giustificare "problemi sociali e politici che hanno ben altra origine": i Paesi occidentali commetterebbero una grave ingiustizia nel trattare l'immigrazione come una questione di "sicurezza nazionale". Ma Forst punta il dito contro gli Stati che calpestano anche le libertà di coloro che consapevolmente violano la legge per consentire ai migranti di aggirare i controlli ai confini. Come Helena Maleno Garzón, numero uno dell'organizzazione spagnola Caminando Fronteras.
L'attivista è stata accusata di favoreggiamento ai trafficanti di esseri umani da parte del tribunale di Tangeri dopo aver aiutato alcuni migranti ad attraversare Gibilterra.Per l'Onu, afferma duramente La Verità, il pericolo sono i "razzisti" che vogliono far rispettare le leggi, non chi violenta i civili o copre gli stupri.
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