Luca Bizzarri piange per la sua Genova: "Senza parole, so già che nessuno pagherà"

Affida il suo dolore ai social e lo fa in modo umano. In una situazione che di umano non ha nulla

Luca Bizzarri piange per la sua Genova: "Senza parole, so già che nessuno pagherà"

Luca Bizzarri dà voce al suo dolore, in questo momento difficile per tutti, anche per chi ligure non è. Sono tanti, tantissimi i commenti che si rincorrono sul web riferiti alla tragedia che sta vivendo Genova. Ma uno in particolare urla e piange insieme.

Quello di un comico, spesso triste e iroso, un uomo che ama la sua città, soffre per lei e lo fa in modo totale. Con la quale in passato ha litigato, come fanno le coppie sposate da sempre, urlandosi contro tutto. Per poi riabbracciarsi e amarsi più di prima.

E' Luca Bizzarri che scrive sui social e dà sfogo al suo dolore, dolore che appartiene a tutti. Ma ancor di più ai suoi concittadini e a tutti coloro che amano e conoscono questa città, a volte scorbutica come i suoi abitanti. Ma ricca di amore e pronta ad aiutare.

Perchè se un genovese ti aiuta, lo fa magari senza un sorriso, ma con tutto il suo cuore.

E ora è lei ad avere bisogno di aiuto, per risollevarsi e tornare, non senza difficoltà, la città stupenda che è. Con i suoi difetti certo, ma anche con tutti i suoi pregi.

“Ci aspettano lacrime e, dopo le lacrime, tempi duri e difficili. Servirà la buona volontà e l’aiuto di tutti. Forza Genova, forza città mia”. È questo il primo commento di pancia di Luca. Seguito da un altro, più lungo e intenso. Si dice senza parole, ma le parole è riuscito a trovarle e a gridarle, anche se prive di voce. Bizzarri commenta poi le parole del sindaco Bucci, giustificandole, ma non sono lo specchio del loro sentimento. "Dice il Sindaco che la città non è in ginocchio, ed è giusto che lo dica. Io però lo sono. Lo sono da oggi, da quando mi è arrivato il primo messaggio, da quando ho capito. Lo sono perché stasera a Genova c’è silenzio, perché non so cosa fare, dove stare. Sono in ginocchio perché su quel ponte, attraverso di lui, ho lasciato mille volte casa e mille volte sono tornato. L’ultima ieri sera”.

Sa che forse non pagherà nessuno, perché i colpevoli sono tanti, troppi. Lo sconforto si impadronisce di noi quando ci vede deboli e abbiamo accusato un colpo in pancia che ci ha destabilizzato.

“E allora resto in ginocchio, per un po’, e sono felice che ci sia chi mi dice di rialzarmi subito.

Ma ci resto, perché se prendi un pugno così forte fai bene a stare un po’ giù, a riordinare le idee- continua Bizzarri-Resto giù, in ginocchio, perché ho un’idea che mi gira in testa che sicuramente è sbagliata, dettata dallo sconforto, dalla tristezza. Ci rialzeremo. Non saremo meglio, saremo così”.

La speranza vuole farsi sentire.

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