L'Ucoii, i fondi, l'intesa Stato-islam: "Servono 100mila euro sul conto"

Nei giorni scorsi lo scontro tra Ucoii e Grande Moschea di Roma. Il video del presidente Lafram "per supportare il lavoro che stiamo portando avanti per il riconoscimento della personalità giuridica che ci serve per arrivare all’intesa"

L'Ucoii, i fondi, l'intesa Stato-islam: "Servono 100mila euro sul conto"

Sfondo bianco del muro. Camicia abbottonata quasi fino in cima. Yassine Lafram, dal 2018 presidente dell’Ucoii, si rivolge ai “fratelli e sorelle responsabili delle associazioni islamiche e dei centri islamici” aderenti all’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. L’obiettivo del video, che ilGiornale.it ha avuto modo di visualizzare, è quello di raccogliere 100mila euro, una sorta di colletta tra fedeli, per ottenere il riconoscimento della personalità giuridica dell’associazione e puntare diretti alla firma dell’Intesa con lo Stato italiano. Così da "poter godere dell’8x1000 e di altri riconoscimenti importanti".

L’Ucoii è una delle associazioni musulmane attive in Italia. Molto su di loro si è detto negli anni. Più volte indicata vicina ai Fratelli Musulmani (circostanza da loro smentita), è già finita sui giornali anche per la questione dei fondi provenienti dal Qatar per 25 milioni di euro. Nei giorni scorsi è stata attaccata dalla Grande Moschea di Roma in quella che è stata definita una “rissa” all’interno del movimento musulmano italiano. Il segretario generale, Abdellah Redouane, in un post su Facebook ha tacciato “qualcuno” di “diffondere menzogne a proposito della questione islamica in Italia”. Nel mirino c’era proprio l’Ucoii e il suo presidente, accusato di aver “dichiarato che quest'ultima è un'organizzazione riconosciuta”. Una “menzogna e una fandonia”, secondo Redouane, visto che “l'unica, e lo ripeto l'unica, istituzione musulmana riconosciuta è il Centro Islamico Culturale d'Italia”. Critiche all’indirizzo di Lafram sono volate anche per la pubblicizzazione, a mezzo foto su Facebook, dell’incontro tra l’Ucoii, Giuseppe Conte e il ministro Lamorgese per la firma del protocollo di riapertura dei centri islamici post pandemia. Poi lo scontro si è spostato sulla sepoltura dei fedeli durante la crisi epidemica, sul dossier carceri e sul numero di moschee che l’Ucoii dice di rappresentare.

Insomma: un faccia a faccia in piena regola. Condito da un ultimo - piccante - passaggio del "manifesto della verità". Redouane si è rivolto senza fronzoli “ai fratelli che vi sono nell’Ucoii”, mettendo a “tacere la lingua del diplomatico”, dopo “aver ascoltato più di una registrazione audio del fratello presidente onorario della vostra unione” (ovvero Mohammed Nour, definito “fondatore dei Fratelli Musulmani in Italia”), “il quale nel mentre che invita all'unità, nello stesso tempo va aggredendo le altre componenti islamiche, che non hanno altra colpa se non quella di voler uscire dallo stare sotto il dominio dei ‘Fratelli Musulmani’”.

È in questo scontro ventennale sulla rappresentanza dei musulmani in Italia che si inserisce il video-appello dell’Ucoii e la sua circolazione in queste ore in ambienti islamici. Abbiamo provato a contattare attraverso diversi canali l'associazione e Lafram per avere contezza della data esatta di realizzazione del video (a noi risulta del 26 giugno), ma per ora non abbiamo ottenuto risposta. Nel filmato Lafram si rivolge agli associati “per supportare il lavoro che stiamo portando avanti per il riconoscimento della personalità giuridica che ci serve per arrivare all’Intesa” con l'Italia. Il problema è che “tra le cose che il ministero ci chiede” ci sono le modifiche statutarie (“approvate nell’ultima assemblea generale”) ma soprattutto “di avere nel conto corrente 100mila euro”. Una “cifra grossa”, dice Lafram, ma “è pur vero che le moschee aderenti all’Ucoii sono più di 130” e se ognuno dona mille euro “riusciamo a raccogliere questa cifra di cui abbiamo bisogno entro la prossima settimana”. Soldi “necessari” per aiutare la comunità islamica “ad ottenere i suoi diritti”, ma anche per riuscire ad accedere all'8x1000.

I rapporti tra Stato e Ucoii hanno fatto parlare anche in passato.

Se ne discuteva nel 2016, al tempo del governo Renzi. Poi la questione è tornata d’attualità questo gennaio, con l’incontro al Viminale con la Lamorgese su cui erano piovuti diversi sospetti. Infine lo scontro con la Grande Moschea. Sintomo che nel mondo islamico italiano c'è una certa fibrillazione.

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