A distanza di tempo, finalmente, l'ex presidente del Brasile Luiz Inacio "Lula" Da Silva torna sulla vicenda Cesare Battisti, dicendosi consapevole dell'errore di aver concesso asilo nel proprio paese al terrorista italiano e domandando scusa ai familiari delle sue vittime.
Ciò si è verificato durante un'intervista concessa giovedì scorso al canale Youtube "Tv Democracia", quando l'ex presidente ha spiegato quali motivi abbiano spinto il suo governo a prendere la decisione di concedere rifugio all'ex attivista del Pac (Proletari Armati per il Comunismo).
Cesare Battisti, ora rinchiuso dietro le sbarre del carcere di Oristano, nel marzo del 2019 aveva ammesso le proprie colpe per quattro omicidi per i quali si era sempre proclamato innocente. Si fa riferimento all'uccisione di Antonio Santoro, a quelle del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, e infine a quella dell’agente della Digos Andrea Campagna. Un'ammissione di colpa accolta con grande dolore dall'ex presidente, secondo quanto da lui dichiarato durante l'intervista.
"Quando è stato arrestato e ha confessato, ho sentito una grande frustazione. Battisti ha messo in cattiva luce un governo che aveva un rapporto straordinario, e io ce l’ho ancora, con tutta la sinistra italiana ed europea", ha detto Lula, come riportato da "Il faro di Roma". "Non avrebbe dovuto mentire a chi credeva in lui. Il principio più importante in politica è di non far mai del male ad un amico".
"Come me, tutti quelli della sinistra brasiliana che hanno difeso Cesare Battisti hanno sentito una grande frustrazione. Sono rimasti delusi. Da parte mia, non ho nessun problema a scusarmi con la sinistra italiana e con le famiglie, perché lui ha commesso i reati e ingannato molte persone in Brasile", tenta di dire a sua discolpa l'ex presidente brasiliano."Non so se abbia ingannato molte persone anche in Francia, ma devo ammettere che in tanti pensavano che fosse innocente. Abbiamo fatto questo errore e dobbiamo delle scuse. Non ho alcun dubbio. Ha mentito alla brava gente qui in Brasile che ha creduto in lui".
Sarebbe stato l'allora ministro della giustizia Tarso Genro a perorare la causa di Battisti, credendo nella sua innocenza e spiegando a Lula che non ci fossero prove a carico dell'ex terrorista: "Può essere fatto a pezzi in Italia, ed è innocente", disse allora Genro. Una scelta, quella di negare l'estradizione, che ebbe conseguenze anche nei rapporti con Napolitano e la sinistra italiana, che gli chiesero invano di rimandare in patria l'ex Pac.
"Le scuse di Lula? Meglio tardi che mai ma sono inutili", attacca invece Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 e rimasto gravemente ferito a sua volta, tanto da perdere l'uso delle gambe. "Adesso voglio vedere cosa dice chi aveva appoggiato la sua decisione. Perché dirlo oggi? Per fare notizia?", aggiunge, come riportato da "Ansa". "Avrà le sue motivazioni personali. Io resto basito. Ma su questa vicenda si torna ciclicamente. Se di Battisti non si parla almeno ogni tre mesi, inizio a preoccuparmi".
"E adesso, che dobbiamo fare? Va bene, ma le scuse di Lula mi suonano un po' come le solite frasi convenute di quando si va a un party, è assurdo. Non hanno alcuna finalità, sono spiazzato. Da dove arriva una dichiarazione simile? Qual è il senso? Questo virus sta facendo danni. Più che battute, sarcasmo, non posso fare", aggiunge Torregiani, come riferito da Adnkronos. "Gli dobbiamo dire grazie? Ci ha fatto passare tribolazioni e pene per anni per poi sapere che eravamo nel giusto? E' avvilente".
Di tutt'altro tenore le parole del fratello dell'agente Andrea Campagna: "Fa piacere che una persona
come lui, che è stato presidente del Brasile, ammetta di aver fatto una valutazione errata", ha detto Maurizio. "E questo gli fa onore. Certo le scuse sono arrivate un po' in ritardo, ma fanno piacere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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