
Olé! Con quella predisposizione all'originalità e alla freschezza che contraddistingue la musica italiana sono stati annunciati i conduttori del Concerto del Primo Maggio. Gli stessi dell'anno scorso. Noemi, Ermal Meta, BigMama. Partito che vince non si cambia.
Quest'anno l'evento - promosso da Cgil, Cisl e Uil: l'unica volta che sono uniti su qualcosa - torna nella sede tradizionale di Piazza San Giovanni; canteranno gli stessi artisti; e si lanceranno gli stessi slogan. Difficile immaginare cosa dirà una che ha scritto l'inno per il Pride Village, uno che ha dichiarato che da maschio è spaventato «dal mostro che dorme in me», e una che ha fatto di body shaming e bisessualità una ragione canora. Altri refrain immancabili. La violenza sulle donne. Il patriarcato. Una cover di Bella ciao. Qualcuno che sventola il Manifesto di Ventotene. Il salario minimo. «Siamo tutti antifascisti!».
Nessuno è più conservatore dei progressisti. Non abbiamo controllato se lo sponsor è ancora la multinazionale attiva nel settore della consegna pasti già accusata dai sindacati di sfruttamento dei rider.
A proposito. Chi paga il palco e i pullman stavolta?
Non sappiamo se sia meglio la politica o la musica, un mondo fantastico in cui Achille Lauro è andato a letto con la
Ferragni, moglie di Fedez, che ha avuto una tresca con Taylor Mega, ex di Tony Effe che sta con Giulia De Lellis, ex di Irama ma anche di Iannone che sta con Elodie.Vorremmo fosse già il Primo Maggio. Verso mezzanotte.
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