Secondo Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene generale e applicata all'Università Cattolica di Roma, un tampone non basterebbe per poter avere il Green pass. Servirebbe, quindi, un utilizzo più restrittivo del certificato verde, che venga così limitato solo ai soggetti vaccinati o a quelli guariti dal virus. Un modo per stimolare anche chi non si è ancora vaccinato.
Ricciardi: "Convivere con il virus è una pia illusione"
In una intervista al Messaggero, Ricciardi ha spiegato che “senza la vaccinazione di massa, pensare di convivere con il virus è una pia illusione” e che si riuscirà a ottenere una bassa endemia solo quando ci sarà il 95% dei vaccinati. Nell’attesa sarebbe quindi necessario, sempre secondo le parole del consigliere di Speranza, rendere più restrittivo l'uso del Green pass dandolo solo a chi ha completato l’intero iter vaccinale o è guarito. Chi si sottopone solo al tampone non potrebbe quindi sperare nella certificazione. Ricciardi è convinto che il Green pass sia una misura utile: “Tutte le misure di sicurezza hanno un punto debole, ma ho la certezza che nel momento in cui col Green pass obblighi in maniera gentile a vaccinarsi, restino fuori soltanto gli irriducibili. Anzi, ne renderei ancora più rigido l'uso. Il Green pass non andrebbe dato più a chi fa il tampone, ma dovrebbe essere una certificazione rilasciata soltanto a chi si è vaccinato o è guarito. Sarebbe un altro modo per spingere ancora di più alla profilassi”.
Intanto l’Italia è ancora alle prese con le vaccinazioni mentre la Danimarca il prossimo 10 settembre dirà addio alle restrizioni anti-Covid. Come precisato dall’esperto la Danimarca ha avuto fin dall’inizio, circa un anno e mezzo fa, un certificato verde molto rigido. Quando poi sono arrivati i vaccini, ha adottato una campagna vaccinale molto intensiva. “Non dimentichiamo che è un Paese molto ricco e ha una capacità di organizzazione e decisione molto forti, quindi è riuscita a mettere in sicurezza la popolazione. Credo, però, che anche loro pecchino di eccessivo ottimismo, anche se di fatto bisogna riconoscere che hanno lavorato molto bene” ha aggiunto Ricciardi. Staremo quindi a vedere chi avrà ragione, se la Danimarca a tornare a una vita normale o l’accademico. Un virus è endemico, come ha precisato il professore, quando è presente in modo costante. L’importante è che l’endemia sia bassa, ovvero che ci siano pochi casi. Ha poi portato l’esempio dell’Australia e della Nuova Zelanda che erano partite molto bene nella prima fase ma che poi non avevano intrapreso un’adeguata campagna vaccinale e adesso sono in lockdown.
"Sull'obbligatorietà decida il governo"
“Per l'Italia, sono abbastanza convinto che una strategia del Green pass veramente estensiva, cioè fatta rispettare in tutto, cioè su trasporti, scuole, attività di lavoro, bar, ristoranti, sia un enorme incoraggiamento alla vaccinazione, al punto tale che il problema dei non protetti diventa individuale, non più collettivo.
Chiaramente, l'obbligatorietà deve essere decisa dal governo, ed è un atto etico di protezione anche nei confronti di chi ha paura di vaccinarsi, perché di fatto lo si sprona alla profilassi. Però, ripeto, è una scelta puramente politica. Personalmente, non sono contrario”, ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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