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L'ultima scoperta sul Covid: così è in grado di "invadere" il cervello

Il virus sarebbe in grado di usare la mucosa olfattiva come porta d'ingresso del cervello. Ecco le ultime scoperte sul Sars-CoV-2

L'ultima scoperta sul Covid: così è in grado di "invadere" il cervello

Il coronavirus non crea soltanto problemi respiratori causati da brutte polmoniti, le stesse che spesso costringono i pazienti contagiati a finire in terapia intensiva. Dai vasi sanguigni all'intestino, dai reni al fegato, passando per stomaco e cervello, il Covid-19 è in grado di colpire pressoché tutti gli organi presenti all'interno del corpo umano. Detto altrimenti, questa malattia, in gran parte ancora sconosciuta, viene spesso definita multiorgano proprio per la sua capacità di non fermarsi ai soli polmoni.

La mucosa olfattiva

Abbiamo parlato del cervello. Ebbene sì: il coronavirus può talvolta provocare danni neurologici. Lo ha spiegato alla perfezione sulle colonne de La Lettura il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. I ricoverati in terapia intensiva hanno quasi sempre difficoltà respiratorie ma non mancano coloro che manifestano altri sintomi, tra cui convulsioni, difficoltà a muovere gli arti e confusione.

Quelli appena elencati, in aggiunta alla perdita dell'olfatto - fenomeno che si manifesta in circa un paziente su tre infettato -, mal di testa e nausea, sono indizi che ci portano dritti al cervello. Il Covid-19, insomma, può potenzialmente danneggiare quest'area. In che modo? Alcuni ricercatori hanno individuato nella mucosa olfattiva niente meno che la porta d'ingresso del virus nell'encefalo. Ma come fa il virus a raggiungere il cervello dai polmoni? In un primo momento, ritenevano i medici, sembrava che l'agente patogeno riuscisse a raggiungere gli altri organi trasportato da cellule presenti nel nostro sistema immune.

La porta d'ingresso

Tuttavia, con il passare dei mesi, è emersa un'altra supposizione. I ricercatori di Gottingen e Berlino hanno ipotizzato che il Sars-CoV-2 potesse entrare nel cervello attraverso l'interfaccia con le cellule nervose incontrate nella mucosa olfattiva del naso. La controprova? La mucosa olfattiva dei malati analizzati nella suddetta ricerca aveva una carica virale assai elevata. Nella stessa mucosa, sono poi state rinvenute particelle virali intatte.

Stando a questa teoria, dunque, il virus userebbe la mucosa olfattiva come porta d'ingresso del cervello. L'agente patogeno, grazie ai recettori, sfrutterebbe le connessioni neuroanatomiche che dalla stessa mucosa si proiettano nel cervello. Attenzione però, perché non sempre il coronavirus genera problemi neurologici (anche se l'eventualità non può affatto essere scartata).

Certo è che per provare a capire qualcosa in più su questo misteriosissimo

virus potrebbe essere interessante incrementare gli studi relativi alla mucosa olfattiva. Che, con ogni probabilità, potrebbe rappresentare una vera e propria porta d'ingresso del Sars-CoV-2 nell'encefalo.

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