Il mondo del giornalismo e della politica dice addio ad Arrigo Levi, che si è spento all’età di 94 anni. È stato un giornalista e consigliere per le relazioni esterne del Quirinale per Carlo Azelio Ciampi e Giorgio Napolitano. Ha raccontato tutti i cambiamenti più importanti dell’Italia dal dopoguerra fino agli anni ’80.
Arrigo Levi era tornato a casa dopo un lungo ricovero dovuto a problematiche legate all'età. "In ospedale quando aveva sentito approssimarsi la fine ha cantato l'inno d'Israele e una filastrocca modenese, legata probabilmente alla sua infanzia", ha raccontato il il direttore del Tg5 Clemente Mimun su Twitter. Al cordoglio si unisce anche Bruno Vespa: "Grande giornalista, grande servitore dello Stato, grande gentiluomo. Da direttore del Tg1 gli affidai gli editoriali durante la guerra a Saddam del '91".
Nato a Modena nel luglio del 1926, Levi appartiene a una famiglia della comunità ebraica. Il padre era un noto avvocato, la madre discendeva dalla famiglia dei Donati, i primi che avrebbero portato in Italia il grano saraceno nel diciassettesimo secolo. A causa delle leggi razziali del ’42, Arrigo Levi si trasferisce in Argentina e lì comincia la sua carriera da giornalista come collaboratore de L’Italia Libera. Dopo la fine del conflitto torna in Italia. Termina gli studi universitari e si laurea in Filosofia. Poi comincia a lavorare su Unità Democratica, diventando il corrispondente per il conflitto in Negev, partecipando alla guerra arabo-israeliana. È negli anni ’60 che si consacra volto noto del giornalismo. Arriva a Mosca e da qui, per due anni, diventa il corrispondente del Corriere della Sera. Nel ’66 per la Rai conduce il tg per due anni. Torna poi alla carta stampata come direttore de La Stampa e, nel corso degli anni ’70, cura anche una rubrica per il Times in cui discute dei "problemi del mondo". Nel 1998 diventa capo editorialista del Corriere della Sera e negli anni 2000 lavora attivamente anche sul fronte politico.
Il nome di Arrigo Levi è legato anche e soprattutto al mondo della tv, dato che lui è stato un vero e proprio innovatore dell’informazione per il piccolo schermo. È stato celebre per Tam Tam, Punto Sette e Emozioni in tv, dividendosi tra Rai e Mediaset. Oltre che giornalista è stato anche scrittore, pubblicando saggi critici e memoriali che spaziavano su temi di politica e società. Se ne contano più di 20.
È Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana ed è vincitore del Premio Arturo-Elsa Morante. Come ha sempre dichiaratato in molte interviste la sua è stata una vita "dedicata al giornalismo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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