Macerata, legale del nigeriano: "In casa le impronte di Salvini e Meloni"

Frase choc fuori dalla casa dove è morta Pamela Mastropietro a Macerata. Poi nega il coinvolgimento del secondo nigeriano, suo assistito

Macerata, legale del nigeriano: "In casa le impronte di Salvini e Meloni"

Una provocazione choc che viene da Macerata. "Scrivete che hanno trovato le impronte di Salvini e di quella di Fratelli d' Italia... come si chiama? La Meloni, sì". Ad affidare questa frase ai cronisti del Tempo è Giancarlo Borgani, avvocato del nigeriano accusato di essere il complice di Innocent Oseghale. Una battuta, la definiscono i giornalisti del quotidiano romano. Ma che farà discutere.

L'avvocato "provoca" subito dopo essere uscito dall'ultimo sopralluogo nel luogo dove è morta Pamela Mastropietro, la ragazza fatta a pezzi e nascosta in una valigia. Secondo il legale del secondo nigeriano, se prima il suo assistito non ricordava di conoscere Innocent, dopo aver visto una foto ha ammesso di averlo conosciuto in una sala scommesse a Macerata. Resta da capire se, come dichiarato dall'uomo accusato di vilipendio di cadavere, è davvero il secondo nigeriano lo spacciatore di Pamela (che era in cura in una struttura per disintossicarsi) o se è solo un modo per scaricare la colpa su qualcuno.

"Tra la ragazza e L. non c' è stato alcun rapporto", spiega Borgani. Dice di non essere andato quel giorno a casa di Innocent dove è morta Pamela. "Sentito un paio di giorni fa dai carabinieri - dice il legale - ha negato qualsiasi coinvolgimento. È un ragazzo tranquillo, è in Italia come richiedente asilo, ospite della onlus Perigeo". Per ora L. (questa l'iniziale dell'uomo il cui nome è stato fatto da Innocet) è indagato ma a piede libero. "È stato tirato in ballo - spiega l'avvocato - ma se non c' è un minimo di riscontro...

Di fronte al gip, intanto, è caduta l'ipotesi dell' omicidio, quindi lui dovrebbe semmai rispondere solamente di spaccio. Questo considerato che Innocent non ha detto che L. lo ha aiutato a sezionare il cadavere".

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