Mafia, a Palermo la Madonna si inchina al covo del boss

Domenica la sfilata del Carmine ha reso onore al boss Alessandro D’Ambrogio che si trova in carcere a Novara. E la chiesa ammette: "Sosta anomala"

Mafia, a Palermo la Madonna si inchina al covo del boss

Ancora una processione per la Madonna. Ancora un inchino a un padrino di Cosa Nostra. È successo a Palermo, domanica scorsa. Un omaggio ad Alessandro D'Ambrogio, padrino rinchiuso nella sezione "41 bis" del carcere di Novara. Nei vicoli di Ballarò, proprio dove due anni era lo stesso boss a portare la vara della Madonna del Carmine, la processione ha voluto rendergli onore fermandosi davanti all’agenzia di pompe funebri che appartiene alla famiglia di D'Ambrogio. A deciderlo, come raccontano Salvo Palazzolo e Giorgio Ruta su Repubblica, è stato "un uomo di mezza età, con la casacca della confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo". Che, dal nulla, si è messo a urlare: "Fermatevi".

Da Palermo arriva un nuovo, durissimo colpo. La vara tutta dorata della Madonna che si ferma davanti all’agenzia di pompe funebri della famiglia del capomafia Alessandro D’Ambrogio, è l'ennesimo di una pratica diffusissima che difficilmente la Chiesa e le istituzioni riescono a debellare. A destare scandalo, qualche settimana fa, l'inchino a Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria. Non un caso, come dimostra la processione di Palermo. Nel quartiere di Ballarò la Madonna del Carmine è stata fatta fermare proprio davanti all'agenzia di pompe funebri in cui D'Ambrogio organizzava i summit coi fedelissimi. Un luogo simbolo, insomma. Un luogo che per i mafiosi di tutta Palermo significa solo Cosa nostra. E, nonostante la raffica di arresti e processi, è la mafia che tenta di imporsi sulla giustizia. Non a caso l'agenzia di pompe funebri si trova in via Ponticello, a pochi passi dalla facoltà di Giurisprudenza nel cui atrio svettano le fotografie di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

"È stata una fermata anomala", spiega a Repubblica fra’ Vincenzo, rettore della chiesa del Carmine Maggiore. "Anche quest’anno è accaduto - continua - io ero avanti, su via Maqueda, stavo recitando il santo rosario. A un certo punto mi sono ritrovato solo. Ho capito, sono tornato indietro di corsa, e ho visto la statua della madonna ferma. Qualcuno stava passando un bambino ai confrati, per fargli baciare la Vergine. Cosa dovevo fare? Era pur sempre un atto di devozione quello. Qualche attimo dopo, la campanella è suonata e la processione è andata avanti". Durante la preparazione del triduo della Madonna, fra’ Vincenzo aveva richiamato tutti al senso di questa processione così importante: "Ho detto certe cose nel modo più gentile possibile, per evitare reazioni, ma le ho dette. Ed è accaduto ancora. Cosa bisogna fare?".

Da qualche tempo la Curia chiede gli elenchi dei componenti delle confraternite e invia rappresentanti alle processioni. Anche domenica pomeriggio, a Ballarò, era presente un ispettore del cardinale Paolo Romeo. Ma sembrerebbe servito davvero a poco.

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