"Un manichino simulerà la caduta di David Rossi"

La commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Rossi ha deciso di affidare ai carabinieri di Ros e Racis una maxiperizia per cicostruire l'esatta dinamica della caduta del capo comunicazione Mps dalla finestra del suo ufficio di Siena

"Un manichino simulerà la caduta di David Rossi"

Nuovo passo verso la ricerca della verità sul caso David Rossi, il capo comunicazione di Mps morto tragicamente la sera del 6 marzo 2013. Dopo due inchieste della procura di Siena e svariate indagini da parte dei media (in primis il programma Le Iene), è nata una commissione parlamentare d'inchiesta che, com'è noto, ha gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria. "Chiederemo di valutare" sia l'ipotesi "defenestrazione sia il suicidio. E saranno i tecnici a valutare se una soluzione è più verosimile dell'altra", ha affermato il presidente della Commissione di inchiesta sulla morte di David Rossi, Pierantonio Zanettin, presentando, nel corso di una conferenza stampa alla Camera, l'affidamento di perizie con 49 quesiti ai carabinieri, tra cui la simulazione della caduta con un manichino antropomorfo virtuale. "La ricostruzione su come David Rossi è precipitato non è del tutto convincente - affermato - Fino a oggi non era mai stato svolto un accertamento con manichino antropomorfo. Noi siamo in grado, attraverso tecnologie sofisticate e avvalendoci dei corpi speciali del Racis, di usare un manichino antropomorfo virtuale e questo consente di sviluppare tutte le ipotesi investigative".

Dopo aver sentito svariati testimoni la commissione ha deciso di affidare una maxiperizia ai carabinieri di Ros e Racis, chiamati a svolgere una serie di accertamenti tecnici.

La decisione, spiegano i deputati membri pentastellati della commissione, "dà seguito al lavoro che fin dall’inizio dell’istituzione della Commissione d’inchiesta, come Movimento 5 Stelle, abbiamo portato avanti. Al contempo sono stati presentati 49 quesiti per fare luce sul caso che sconvolse la tranquilla vita di Siena. Di cosa si tratta? Prima di tutto c'è la "richiesta di procedere con la simulazione della precipitazione di Rossi attraverso l’utilizzo di un manichino antropomorfo: sin da subito abbiamo ritenuto che tale esperimento, inizialmente preso in considerazione da uno dei pm che temporaneamente si occupò del caso ma mai eseguito e che oggi, grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate e all’avanguardia, verrà svolto con l’ausilio di un software che simulerà il corpo che cade, possa fornire degli elementi interessanti sulla posizione di partenza di Rossi, sulla dinamica della caduta e sull’eventuale intervento di terzi nella dinamica". Grazie al manichino, che in tutto e per tutto simulerà le fattezze di Rossi (peso, altezza e conformazione fisica) si cercherà di fugare ogni dubbio sulla caduta, che presenta molte stranezze nella dinamica sin qui emersa dalle indagini.

"Ma non è questo l’unico accertamento che come Movimento 5 Stelle abbiamo sollecitato - spiegano i parlamentari -, riscontrando peraltro la disponibilità da parte della presidenza e di tutti i Commissari. Dopo aver esaminato approfonditamente la documentazione acquisita dalla Commissione e aver appurato alcune incongruenze, è sorta la necessità di espletare nuove verifiche sui tabulati telefonici, sui video e sui dispositivi informatici all’epoca utilizzati da Rossi. Avevamo promesso che non avremmo lasciato nulla di intentato per fare chiarezza su una vicenda ancora piena di ombre e così stiamo facendo. Vogliamo la verità su quanto accadde in quella tragica sera di quasi nove anni fa". È possibile che quei dati siano andati perduti per sempre, perché qualcuno non li ha presi in esame. Andrà stabilito. Ma potrebbe anche esserci qualche sorpresa, magari del tutto inattesa. Come ha chiarito il comandante dei carabinieri del Ros, Pasquale Angelosanto, i risultati sui tabulati saranno disponibili entro tre mesi. E ha poi chiarito di fare "riferimento al materiale già acquisito".

Il racconto del vice ispettore di polizia Marini

"La sera del 6 marzo 2013 la sala operativa intorno alle 20.30 ci inviò in via dei Rossi per una segnalazione di suicidio", racconta Livio Marini, vice ispettore della polizia di Stato, in audizione davanti alla commissione di inchiesta. "Entrando nel vicolo non vedemmo immediatamente la scena, poi vedemmo il corpo di un uomo che giaceva sul selciato, era già presente equipaggio 118 che stava praticando un massaggio cardiaco e aveva già posto gli elettrodi. Ci avviammo poi nel suo ufficio, la porta era chiusa, la chiave era all'interno ma senza mandate. Entrando ho realizzato un filmato con il cellulare, che nelle intenzioni sarebbe dovuto servire a me per aiutare la memoria al momento della redazione degli atti. Nel filmato si vede una panoramica dell'ufficio fino ad arrivare alla perpendicolare sul corpo dalla finestra, quella è l'ultima sequenza. Nell ufficio c'era una giacca sulla sedia, non riscordo se ci fosse il soprabito. Una volta realizzato il video, senza toccare niente, chiudemmo la porta a chiave".

Come

ricostruito dalle inchieste de Le Iene nell'ufficio furono trovati anche dei fazzolettini di carta macchiati di sangue. Inspiegabilmente non furono mai analizzati. Qualcuno dovrebbe spiegare il motivo di questa strana scelta.

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