Manifesto contro l'aborto a Roma: scoppia la bufera

Manifesto choc di CitizenGo in via Salaria: questa volta l'associazione è tra l'aborto e il femminicidio. Scoppia la bufera e viene richiesta la rimozione

Manifesto contro l'aborto a Roma: scoppia la bufera

La solita bufera contro il manifesto antiabortista della nuova campagna di CitizenGo. Il cartellone è stato affisso in Via Salaria, a Roma. La firma è quella degli attivisti cattolici che da anni animano le piazze italiane in opposizione all'ideologia gender e per la difesa della "famiglia tradizionale". Siamo, insomma, dalle parti dell'universo pro life e pro family del belpaese.

Gli oppositori, invece, sono sempre gli stessi. Il manifesto è più che esplicativo e recita: "L'aborto è la prima causa di femminicio nel mondo. #Stopaborto". La campagna choc è basata sui numeri. Sembrerebbe di poter dire che per gli attivisti è necessaria una rivisitazione della 194. O, forse, una sua reale applicazione. Mancano pochi giorni al quarantennale dell'entrata in vigore della legge. In ogni caso, la finalità è quella di sensibilizzare la popolazione sul numero di aborti effettuati ogni anno in Italia: il ministero della Salute, in relazione al 2015, ha registrato 87.639 interruzioni di gravidanza. Ma c'è già chi invita il sindaco Virginia Raggi a far sparire il manifesto.

Secondo quanto si apprende su Il Fatto Quotidiano, peraltro, Andrea Coia, che è il presidente della Commissione del Comune di Roma riguardante il Commercio, ha sottolineato l'esistenza della possibilità di una rimozione del cartellone. Mentre scriviamo il manifesto potrebbe essere già stato rimosso. La questione ruoterebbe attorno alle cosiddette "libertà individuali".

Le critiche sono arrivate da più parti. Filippo Savarese, che di CitizenGo è il coordinatore, ha specificato l'intento dell'operazione: "Negli ultimi anni le istituzioni hanno denunciato con sempre maggior forza il fenomeno dei femminicidi e della violenza sulle donne, – si legge su Il Corriere della Sera - ma ci si dimentica di dire che la prima causa di morte per milioni di bambine (così come di bambini) nel mondo è l'aborto, che provoca anche gravissime conseguenze psicologiche e fisiche per le donne che lo praticano". Le istituzioni, insomma, avrebbero dimenticato la portata complessiva del fenomeno.

Rebel Network, una rete femminista, ha espresso ferma contrarietà nei confronti dell'iniziativa. Monica Cirinnà del Partito Democratico l'ha definita "una nuova orribile campagna di disinformazione contro le donne da parte di organizzazioni estremiste che associa l'aborto al femminicidio".

Il 19 maggio, intanto, si terrà la Marcia per la Vita. Tra gli organizzatori anche CitizenGo. Migliaia di persone si raduneranno a Piazza della Repubblica a partire dalle 14.30. Prevista una "dedica" speciale: quella ad Alfie Evans.

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