"I movimenti antagonista ed anarchico estrinsecano la loro attività nei Centri Sociali Autogestiti, diversificati fra loro in ragione dei diversi indirizzi politico-ideologici delle varie componenti organizzative accomunate dalla gestione di uno spazio pubblico quale luogo di aggregazione per attività d’area". Il Viminale, con una nota e una mappa, traccia così il quadro della situazione.
E mentre il ministro dell'Interno Matteo Salvini torna ad annunciare col pugno di ferro tolleranza zero per i violenti, il suo dicastero mette nero su bianco i 165 centri sociali attualmente attivi in Italia. Di questi, 87 sono in posizioni di legalità, mentre 78 sono occupati abusivamente. Insomma: quasi la metà è fuori legge. (Guarda il video)
La Lombardia è la regione in cui è attivo il maggior numero di centri sociali, con ben 33 strutture, di cui 24 nella sola Milano. A seguire il Lazio, con 28, di cui 27 a Roma. In Trentino Alto Adige, invece, figura un unico caso: nella regione a statuto speciale proprio nei giorni scorsi le forze dell'ordine hanno smantellato un gruppo di anarco-insurrezionalisti, "confermando la pericolosità di un fenomeno presente in tutto il Belpaese" dice il ministero. "Monitoriamo con attenzione tutte le situazioni. Nessuna tolleranza per i violenti" ribadisce il vicepremier leghista. Dando uno sguardo alla mappa del Viminale, le uniche due regioni dello stivale in cui non figurano centri in attività sono il Molise e la Sardegna.
(Infografica a cura di Alberto Bellotto)
I centri sociali di Milano
Come detto, all'ombra della Madonnina ci sono 24 centri sociali. Quello forse più conosciuto è il Leoncavallo, storico luogo autogestito fondato nel "lontano" 1975: da 25 anni il collettivo occupa abusivamente uno stabile in via Antoine Watteau, a Greco, periferia nord-est di Milano.
Altra storica realtà meneghina è quella del Cox 18, spazio sociale occupato e autogestito dal 1976: si trova in via Conchetta, a una manciata di passi dal Naviglio Pavese. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha statuito che lo stabile può essere sgomberato, nonostante il centro sociale riteneva di essere ormai il legittimo proprietario dell'immobile per usucapione
In viale Monte Rosa 84, di fronte alla sede de Il Sole 24 Ore, ecco il Cantiere autodefinitosi "spazio comune libero e ribelle, in continuo movimento"; nato nel 2001 sorge nella "villetta" dove un tempo c'era il mitico Derby Club, fucina del cabaret.
Dunque, Macao, il cui collettivo occupa una palazzina liberty in viale Molise: si tratta dell'ex borsa del macello ormai dismessa. Il comune di Milano, da gennaio 2018 proprietario dell’immobile, l'ha inserito nellelenco dei beni da vendere: ha un valore di circa 20 milioni di euro.
Il Lambretta, invece, è un luogo occupato ed autogestito da studenti, lavoratori e precari: "Uno spazio tolto alla speculazione, all'abbandono e al degrado". Sgomberato a luglio 2018 da via Val Bogna, a novembre gli attivisti hanno preso possesso di uno stabile in via Edolo, zona Stazione Centrale.
Qualche giorno fa una trentina di militanti del Lambretta hanno protestato prendendo possesso della sede milanese del ministero dei Trasporti, in via Morandi, come – proprio come spiegano i promotori via social - preparazione alla manifestazione contro il decreto Salvini e i Centri per il rimpatrio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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