Marchi, da giornalista con Fini e Travaglio alle accuse di terrorismo

Il direttore de L'Indipendenza indagato coi secessionisti veneti: "Non sapevo nemmeno cosa fosse l'Alleanza"

Marchi, da giornalista con Fini e Travaglio alle accuse di terrorismo

Indagato per due pranzi. È la verità di Gianluca Marchi, giornalista e direttore del quotidiano online L'Indipendenza, che secessionista lo è, ma solo a parole. Da ilGiornale a L'indipendente, dal "Nord" con Massimo Fini e Marco Travaglio, a La Padania sono tante le testate in cui ha lavorato. La sua verità la racconta lui stesso al sito Fronte del blog. Anche lui, con un'altra cinquantina di persone, è finito nel mirino dei pm nell'inchiesta sui secessionisti veneti, accusati di terrorismo e fabbricazione di armi da guerra.

"Sono venuti qui alle cinque del mattino sette o otto carabinieri del Ros con un mandato di perquisizione", racconta, "Cercavano espressamente armi, munizioni, veicoli blindati o modificati. Naturalmente non avevo nulla. Ma cercavano da me proprio quelle cose, perché mi hanno chiesto apertamente di una carabina e un fucile da caccia che avevo ereditato da mio padre ma che ho venduto oltre vent’anni fa, quando da Cantù mi trasferii a Milano. Alla fine, dopo aver fotocopiato un paio di documenti, aver prelevato qualche chiavetta usb, che poi mi hanno ridato, hanno sequestrato il mio pc".

Marchi è accusato di aver fatto da tramite tra due degli arrestati e averli aiutiati ad avere appoggio mediatico e finanziario. "Sull’ordinanza c’è scritto che io sarei stato il tramite tra Bernardelli e gli esponenti de l’Alleanza, un particolare gruppo di secessionisti. Ma io fino a ieri non sapevo nemmeno che esistesse l’Alleanza", spiega raccontando di un pranzo a cui parteciparono effettivamente l'imprenditore Roberto Bernardelli e il leader dei secessionisti Giancarlo Orini. In quell'occasione quest'ultimo "disse che volevano fare azioni dimostrative in 3-4 luoghi del Lombardo-Veneto. Ma non parlò mica di armi. Le azioni dimostrative di cui abbiamo sempre scritto anche sul quotidiano sono cose di resistenza fiscale, disubbidienza civile, ma non queste cose qui... A me questa gente parve molto indebolita. Un’armata Brancaleone fatta da anziani".

Poi il 29 settembre, come dimostra un'intercettazione ambientale, "Orini porta me e Bernardelli a mangiare la polenta oncia… In una valle lontanissima, dove ci sono le case con i tetti di paglia. Morale, Orini ci svela il piano che circola come azione dimostrativa. Prima dice che vogliono occupare due stanze di un castello e chiudersi dentro con un lucchetto. E Bernardelli gli fa presente che un lucchetto si taglia in due secondi. Allora spiega che vogliono sfondare, nel giorno di chiusura, una sede di Equitalia con l’automobile. Al che Bernardelli obbietta che, nel caso, dovrebbero stare attenti a non colpire la guardia giurata, che è possibile che stia lì di guardia. Quanto a me, domando se le persone che vogliono fare questo si rendano conto che finiranno in galera per un fatto del genere. E lui mi fa: tanto ci sono già stati".

Poi Marchi nega qualsiasi appoggio mediatico alla per lui "sconosciuta Alleanza": "Sul mio quotidiano non c’è un articolo che parli dell’Alleanza, tantomeno delle sue iniziative. Forse ci sarà stato qualcosa sui commenti ai post, ma non ne ho idea. Succede però che il 26 e il 27 maggio 2012 L’indipendenza.com organizza una convention a Jesolo. C’è pure Chiavegato che parla e Orini.

Lo stesso giorno veniva fondata l’Alleanza. Ecco, penso che gli investigatori abbiano fatto due più due e pensato che al nostro convegno ci fosse di mezzo anche quest’Associazione. Invece io di quest’Alleanza non sapevo nulla".

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