La Mare Jonio torna in mare (ma le autorità la snobbano)

La nave della Ong dei centri sociali ha ripreso il largo ma da tre giorni nessuno sta segnalando all'equipaggio imbarcazioni in difficoltà. "Colpa di una interferenza sui segnali Gps. Continueremo a navigare"

La Mare Jonio torna in mare (ma le autorità la snobbano)

La sfida al Viminale continua. Da qualche giorno, infatti, la Mare Jonio è ripartita per una nuova missione migranti. La nave della Ong Mediterranea Saving Humans ha dichiarato sul suo profilo social la partenza con l'obiettivo di tornare "a monitorare e denunciare le violazioni dei diritti umani e, laddove ci siano persone in pericolo, a salvare vite" in quel tratto di mare che separe l'Italia dalla Libia. L'annuncio fa seguito al dissequestro dell'imbarcazione durato più di due mesi.

La nave dell'associazione guidata da Luca Casarini ha ripreso così il braccio di ferro con le autorità italiane ma, com'era prevedibile, la missione non sta andando per niente a gonfie vele. Anzi. Come dichiara la stessa Ong in una nota "i Comandi militari e i Centri di coordinamento europei non rilanciano le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà" ma pare "interloquiscano unicamente con le autorità libiche".

Inoltre, a mettere in difficoltà la loro missione ci sarebbe una non identificata "interferenza sui segnali Gnss e Gps". Le loro apparecchiature, quindi, non stanno ricevendo alcun messaggio di soccorso. Ma l'equipaggio, pur di sfidare il leader della Lega Matteo Salvini e la sua politica dei porti chiusi, sembra determinata a rimanere al largo.

La nave Mare Jonio, spiega ancora la nota, sta pattugliando il Mediterraneo centrale ormai da tre giorni "mentre quella immensa distesa d'acqua è teatro, in particolare nella zona Sar a Est di Tripoli, di ripetute catture di profughi di guerra da parte della cosiddetta guardia costiera libica, coadiuvata negli interventi di intercettazione da quegli stessi assetti aerei militari di Paesi dell'Unione europea che continuano

a sorvolarci".

Continua la nota :"Continuiamo perciò a navigare avendo solo i nostri occhi per osservare e denunciare quanto sta accadendo e cercare di difendere la vita e i diritti di chi è costretto a mettersi in mare".

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