Domenica scorsa, un marocchino di 39 anni era stato arrestato con l’accusa di aver aggredito una suora in sagrestia, durante la celebrazione della messa. Il collegio penale del tribunale di Crotone ha deciso di convalidare la detenzione in carcere. L’extracomunitario, originario del Marocco, è indiziato per violenza sessuale, contestata dalla magistratura che ha chiesto per l’uomo una perizia psichiatrica.
Marocchino aggredisce suora in chiesa
Secondo quanto ricostruito da La Verità, il marocchino avrebbe aggredito la religiosa all’interno della sacrestia del santuario della Madonna Greca di Capo Rizzuto, comune in provincia di Crotone. L’uomo avrebbe palpeggiato la sua vittima di 72 anni. Da qui l’ipotesi di violenza sessuale. Il fermo è stato convalidato dal tribunale di Crotone, presieduto dal giudice Ersilia Carlucci. Durante l’udienza per la convalida del fermo, l’extracomunitario ha dato più volte in escandescenze, tanto che il titolare delle indagini, il sostituto procuratore Pasquale Festa, ha chiesto per lui la perizia psichiatrica. Anche l’avvocato Giuseppe Malena, legale dell’indagato, ha condiviso la richiesta. Il collegio penale del tribunale ha quindi confermato il fermo in carcere per l'indagato, e l'udienza è stata fissata al prossimo mercoledì 30 settembre. Durante l’udienza verranno ascoltati anche l'anziana vittima della presunta violenza e un testimone.
La donna si trovava nella sacrestia del santuario mentre il prete stava dicendo messa. Improvvisamente sarebbe stata aggredita dal marocchino. In suo aiuto sarebbe corso un parrocchiano che, presente alla funzione, aveva udito le urla della religiosa. L’aggressore sarebbe quindi scappato, salvo poi essere individuato e bloccato dai carabinieri che già lo conoscevano. L’indagato avrebbe infatti dei precedenti penali simili a quello attuale. Secondo alcune testimonianze, la scorsa domenica, prima di aggredire la 72enne, l’uomo avrebbe importunato altre persone.
La situazione in Calabria
Si sta allargando il focolaio ad Amantea, in provincia di Cosenza, dove al momento, dopo gli ultimi 21 nuovi casi, è arrivato a 72 il numero di contagiati. Il focolaio ha avuto origine all’interno di un centro di accoglienza della città calabrese. Gli ultimi soggetti risultati positivi sarebbero extracomunitari, soprattutto bengalesi, che non risiedono nei centri di accoglienza di Amantea, ma abitano invece in appartamenti privati. Questi sarebbero venuti a contatto con gli immigrati presenti nel centro che, come disposto dalla prefettura di Cosenza, da quando è scoppiato il focolaio, si trova sotto sorveglianza da parte dell’esercito. Nella cittadina calabra vi sono 15mila abitanti e oltre settanta sono risultati positivi. Lo scorso luglio erano stati portati in una struttura di Amantea 13 extracomunitari appena sbarcati.
Tutti erano risultati positivi al Covid. In seguito a diverse proteste da parte della popolazione, i migranti avevano lasciato la cittadina ed erano stati trasferiti presso l’ospedale militare del Celio, nella Capitale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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