Medicine e cibi al sicuro grazie alla tecnologia IMA

Il gruppo produce macchine automatiche per confezionare e conservare alimenti e farmaci

I prodotti farmaceutici e quelli alimentari sono sempre più pratici, sicuri e in grado di essere conservati per tempi sempre più lunghi grazie alle innovazioni continue da parte delle aziende che vendono macchine per il packaging . In questo settore opera con successo dal 1961 un'azienda bolognese, la IMA. Industria Macchine Automatiche. Nel giro di mezzo secolo questo brand si è trasformato da una Sas. che fabbricava sistemi automatici per il confezionamento di tè in sacchetti filtro, a un gruppo multinazionale di aziende che forniscono soluzioni di packaging per tutte le esigenze dei settori farmaceutico, cosmetico, alimentare, tè e caffè.

Anche nella morsa della crisi economica italiana degli ultimi anni, IMA ha continuato a crescere. «Una ragione - precisa subito Alberto Vacchi (in foto) , presidente dell'azienda e membro della famiglia che nel 1963 ha rilevato la società - è che forniamo due settori anticiclici, alimentare e farmaceutico. Per questo motivo, mentre la crisi imperversava, non abbiamo registrato grossi impatti negativi sul nostro giro d'affari interno. Una voce che comunque rappresenta una quota variabile tra il 7 e il 10% del nostro fatturato complessivo. Il 90% proviene dall'estero. Abbiamo 34 stabilimenti nel mondo, e anche questo costituisce un fattore di stabilizzazione del business: se rallentano alcune economie, come adesso l'Asia, altre le compensano: in questo momento stiamo avendo molte soddisfazioni dagli Usa e dall'Europa». Grazie alla crescita per linee interne e all'acquisizione di cinque aziende operanti nel dairy (avvenuta nel dicembre 2014), IMA si appresta a chiudere il primo anno della sua vita con un fatturato di oltre un miliardo. «È un traguardo di grande rilievo verso il quale si è impegnato tutto il nostro gruppo», sottolinea Vacchi, a capo di una realtà con circa 4.600 dipendenti, di cui oltre 2.300 fuori dall'Italia. Per tornare ai fattori dietro alla sempre maggiore competitività di IMA, il presidente non manca di segnalare «un territorio che da sempre ha avuto vocazione per la meccanica di precisione e l'industria manifatturiera. Abbiamo la fortuna di trovarci in una zona dove si sviluppano costantemente nuove competenze sia in ambito meccanico che elettronico. Se noi cresciamo un po' più della media delle aziende concorrenti, probabilmente è perché più di altri abbiamo sempre creduto nell'importanza degli investimenti continui in ricerca e sviluppo».

Vacchi ringrazia anche il fatto di trovarsi in Italia, «un Paese che ha nella cultura agroalimentare uno dei suoi punti di forza e che oggi vede sempre più multinazionali del food creare qui piattaforme produttive che riforniscono anche altri Paesi». Da inizio ottobre IMA ha deciso di mettere le proprie competenze al servizio della causa della riduzione degli sprechi alimentari nei Paesi più poveri dell'Africa Sub-Sahariana. «A supporto di un progetto FAO, abbiamo stanziato un budget di 450mila euro in tre anni per facilitare una formazione tecnica legata a forme di packaging molto semplici, appropriate alla realtà rurale».

I progetti per il prossimo futuro? «Ci impegneremo - risponde Vacchi - a integrare le competenze tecniche esistenti nelle diverse aree di business del gruppo. Investiremo, inoltre, in nuove tecnologie per adottare sempre di più i paradigmi dell'azienda digitale». Da Sas, insomma, a Industria 4.0.

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