Il medico di Alberto Sordi: "Nella sua villa voleva un orfanotrofio"

Una volontà di Alberto Sordi sarebbe stata tradita. Secondo il medico personale, la villa delle Terme di Caracalla sarebbe dovuta divenire un orfanotrofio

Il medico di Alberto Sordi: "Nella sua villa voleva un orfanotrofio"

Un desiderio di Alberto Sordi sarebbe stato tradito. L'attore, secondo quanto riferito dal suo medico durante il processo penale sull'eredità, avrebbe voluto che la sua villa romana divenisse un orfanotrofio. Non un museo, dunque, in cui poi la dimora delle Terme di Caracalla è stata effettivamente trasformata, ma un luogo dove ospitare i bambini rimasti senza genitori.

Rodolfo Porzio, dottore personale del celebre attore italiano, l'ha dichiarato in aula giudiziaria e dopo aver fatto giuramento: "Alberto Sordi voleva destinare la villa ai bambini. La sorella rispettava i suoi desideri". Aurelia Sordi, la sorella cui Porzio fa riferimento, è morta all'età di 97 anni: proprio all'interno della dimora interessata da questa rivelazione. A riportare questa novità è stata Adelaide Pierucci in un articolo su Il Messaggero.

Il processo in cui Porzio ha parlato è quello a cui sono sottoposti i domestici che, al fine di impossessarsi del patrimonio della signorina Aurelia, avrebbero raggirato l'anziana. Questi sono accusati ora di circonvenzione di incapace. "Sordi -ha riferito Porzio, secondo quanto si legge su Lapresse.it - morì alle 22.30 del 24 febbraio, al suo fianco c'eravamo soltanto io, la sorella Aurelia e la domestica Pierina. Anche dopo la sua morte ho continuato a visitare Aurelia Sordi ogni quindici-venti giorni. Tra gennaio e febbraio del 2011 la trovai svanita e con allucinazioni, tanto che mi raccomandai con il personale di servizio di starle dietro per evitare che facesse atti inconsulti. Non ho mai preso una lira per curare Alberto e Aurelia - ha sottolineato - in quanto c'era amicizia: per me era un onore essere medico di fiducia di Alberto Sordi".

Il medico avrebbe in qualche modo dimostrato di poter conoscere quali fossero le volontà reali di tutta la famiglia. Tanto quelle di Alberto quanto quelle di Aurelia. Nella casa di "Albertone" non avrebbe mai abitato il sorriso di un bambino. Ecco il perché di quel desiderio mai nascosto. Le dichiarazioni di Porzio sono supportate da quelle del giornalista Igor Righetti, che di Sordi era nipote: "Dopo aver costituito le fondazioni per gli anziani e per i giovani artisti con poche possibilità economiche, l'apertura dell'orfanotrofio sarebbe stato il compimento della grande generosità umana che lo ha sempre caratterizzato. Non siamo contrari a un museo, ma a quanto pare ci sono questioni di fondo da chiarire. In questa vicenda ci sono tante ombre, per questo motivo noi, soli parenti di Alberto, non ci fermeremo, andremo avanti fino all'ultimo grado di giudizio. Non mancheranno risvolti clamorosi", si legge sempre su Lapresse.

I cugini del famose attore italiano, Renato Ferrante e Alberto Isopi, hanno confermato questa versione dei fatti.

Sarebbe stata la storica segretaria di Sordi e storica amica di Aurelia a far riferimento alla volontà familiare di trasformare la villa in un orfanotrofio. Una vicenda, quella riguardante l'eredità di uno degli attori più importanti della storia del cinema italiano, che continua a far discutere. Una volontà di "Albertone", intanto, non sarebbe stata rispettata.

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