Medico a un paziente Covid: "Tra dieci minuti muori”

Orrore all'ospedale Moscati di Taranto. Sette denunce per furti, maltrattamenti di pazienti e prove video cancellate. Indaga la procura

Medico a un paziente Covid: "Tra dieci minuti muori”

Dai maltrattamenti dei pazienti ai furti ai defunti. Dopo le denunce dei parenti delle vittime, l’ospedale Moscati di Taranto finisce sotto indagine. E quello che emerge è uno scenario a dir poco inquietante. Sarebbero almeno sette gli episodi che, come riporta La Repubblica, riguardano pazienti dell’ospedale di Taranto morti dopo giorni senza assistenza e in condizioni di ricovero inadeguate.

Spuntano anche furti di telefoni e oggetti di valore, come fedi e collane, mai riconsegnati ai parenti dei pazienti deceduti. Non solo. Ci sarebbero, a detta dei parenti, delle prove video girate nei reparti e poi cancellate dai cellulari dei pazienti. Episodi smentiti dall'Asl che, però, ammette la carenza di comunicazione tra gli operatori sanitari e l'azienda sanitaria locale.

"Preparatevi: fra dieci minuti morirà"

Tra i casi al vaglio degli investigatori, a scioccare è il racconto di un malato positivo al Covid ricoverato all’ospedale Moscati di Taranto nella notte tra l’1 e il 2 novembre. Dopo 24 ore dal ricovero il padre scrive: "Venitemi a prendere, qui muoio". Poi, il silenzio. Nessuno contatta la famiglia. La figlia, avvocato, riesce a parlare con un medico che tenta di giustificarsi, urlandole contro "come una bestia inferocita": "Suo padre non collabora, non vuole mettersi la maschera Cpap, fra dieci minuti morirà, preparatevi!". E quando la figlia, Angela Cortese, si informa sui livelli di saturazione del padre ribadisce di fronte al paziente che sente tutto: "Non c’è saturazione, vedrete che fra poco muore. È qui, mi sta ascoltando, fra poco morirà". Ma non è tutto. Secondo la figlia non i medici non gli avrebbero somministrato alcuna terapia. E ora spetterà agli inquirenti chiarire se il paziente abbia ricevuto solo ossigeno o altro.

L'inferno del Moscati di Taranto

Nel mirino della procura di Taranto ci sono anche altri episodi agghiaccianti. Da bagni sporchi e inaccessibili, a camere mortuarie con cadaveri accatastati e operatori delle onoranze funebri che li prelevano senza protezioni. A cui si aggiungono numerose denunce di sparizioni di oggetti personali, come anelli e collane. Anche il Tribunale del malato, in difesa del diritto alla salute e dell'umanità del trattamento, ha chiesto formalmente alla Regione Puglia, all’assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco e al governatore Michele Emiliano di fare le dovute verifiche. "La situazione è allarmante non solo perché ci sono casi di morti, ma perché c’è stata una sottovalutazione delle autorità competenti", tuona la coordinatrice Adalgisa Stanzione.

E la corretta osservanza delle misure precauzionali è ora al vaglio degli investigatori. Il sospetto, infatti, è che le attrezzature e il personale sanitario tra ottobre e novembre non fossero adatti ad affrontare la seconda ondata, con operatori socio sanitari usati al posto degli infermieri.

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